La scelta della scuola superiore: i desideri dei quattordicenni e le ansie dei genitori

La scelta difficile. Che scuola scegliere? E’ la domanda che si fanno molte famiglie, figli e genitori insieme – è bello pensarlo – in questo periodo che precede le vacanze natalizie alle quali seguirà, dal 16 gennaio, il tempo delle iscrizioni alle classi prime per il prossimo anno scolastico. Naturalmente la domanda ha “pesi” differenti a seconda delle età degli studenti interessati, perché è cosa ben diversa, si capisce, proiettarsi verso una prima elementare – con le ansie soprattutto dei genitori che immaginano il primo impatto scolastico dei figlioletti – piuttosto che verso una prima superiore, dove complessità e responsabilità coinvolgono in prima persona gli stessi ragazzi. In mezzo la prima media, forse la scelta meno problematica.
La scelta della scuola superiore resta probabilmente la più impegnativa. Sia perché è molto ampia la rosa delle possibilità a disposizione, sia perché l’età dei ragazzi coinvolti è molto particolare e rende allo stesso tempo necessario e difficile il coinvolgimento reciproco di genitori e figli. Perché è vero che “la scuola devono sceglierla loro” – come recita un mantra familiare a tanti genitori, che sottolineano il protagonismo necessario dei figli – ma nello stesso tempo è altrettanto vero che “sono ancora ragazzini, cosa vuoi che sappiano di curricoli e piani di studio”, come ancora tanti genitori riflettono, magari ad alta voce.
Insomma, chi deve scegliere la scuola superiore? E come conciliare aspirazioni, desideri, simpatie di tanti quattordicenni, spesso inquieti, con aspirazioni, desideri, ragioni e aspettative più o meno ponderate di papà e mamme in ansia per il futuro dei propri figli?
La prima mossa è “conoscere”. E allora via alle danze degli open day, con le scuole che si presentano per farsi scegliere dai futuri “clienti” e tante famiglie in coda tra un istituto e l’altro, ad incontrare docenti, visitare aule e laboratori, lasciarsi affascinare dagli studenti “più grandi”. Poi c’è il passa-parola tra famiglie, tra amici. Ci sono anche strumenti “scientifici”, come ad esempio l’Eduscopio, ottimo portale proposto dalla Fondazione Agnelli per mettere a confronto le scuole superiori e segnalare quelle particolarmente “virtuose”, attraverso un processo che valuta gli esiti successivi della formazione secondaria – i risultati universitari e lavorativi dei diplomati – per trarne delle indicazioni di qualità sull’offerta formativa delle scuole da cui essi provengono.
Gli strumenti per conoscere, insomma, ci sono. Ma l’operazione più difficile da fare – e forse la più importante – è quella di ascoltare e raccogliere le esigenze di ragazze e ragazzi. Condividere, ragionare insieme, discutere, “accompagnarsi”, tra genitori e figli: ecco il processo che può rendere l’occasione della scelta della scuola un momento di autentica crescita personale e familiare. Non è garanzia di successo, intendiamoci. Ma ne pone sicuramente le premesse. Non evita matematicamente di incappare in qualche errore di valutazione, ma mette genitori e figli nella condizione migliore per comprendere il “peso” del momento e condividere – ciascuno nella misura che gli compete – le responsabilità.
In questa prospettiva, lo “stacco” delle vacanze natalizie, ormai prossime, è un aiuto. I tempi dilatati, senza i ritmi accelerati del quotidiano, possono favorire pensieri e discussioni. Magari si può arrivare a gennaio, al tempo delle iscrizioni, con qualche idea in più. E anche più sereni.