Maria, l’adolescente di Nazaret. Le strane preferenze di Dio

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te” (Vedi Vangelo di Luca 1, 26-38)

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Dal Battista a Maria, dalla voce che grida nel deserto alla voce che viene dal cielo, che risuona in una casa di un villaggio sconosciuto della Galilea. La preparazione al Natale è un “viaggio”, per noi e i nostri criteri correnti, strano, indefinibile.

Nazaret, il villaggio di meno di 200 abitanti

Intanto prendiamo qualche “appunto”, per capire. Siamo in Galilea. La regione è lontana da Gerusalemme, non tanto per lo spazio che la divide dalla capitale, ma perché la Galilea è una zona facile alle ribellioni, facile alla scarsa osservanza della legge, malvista dai maggiorenti che governano il Tempio. E poi siamo a Nazaret. È un paesino sperduto, fuori delle grandi vie di comunicazione: di quel nome non si hanno tracce nella bibbia prima di questo racconto di Luca. Ha meno di 200 abitanti. Qualcuno parla di soli 100 abitanti. La vicina Cafarnao – dove Gesù si stabilirà agli inizi del suo “ministero pubblico” – ha un migliaio di persone. Gerusalemme, la grande città, 120.000.

L’angelo entra nella casa di Maria

L’angelo entra in casa: “entrando da lei”, dice il testo. È lo “stile” dell’incarnazione. Dio mette su casa (“pose la sua tenda”, dice il prologo di Giovanni), entra in casa… In casa di Maria, una ragazzina giovanissima, adolescente: era l’età del fidanzamento. L’angelo entra e saluta: “Rallegrati”. Dove arriva la “bella notizia” arriva la gioia. Subito dopo Maria andrà a visitare Elisabetta. Il bambino che questa porta nel grembo “salta di gioia” all’arrivo di Maria.

“Rallegrati tu che sei stata riempita di grazia”: questo il senso letterale del termine greco. Tutto viene “dall’alto”: Dio ha riempito di grazia Maria: vi si trova l’idea di gratuità assoluta, di un possesso permanente, di un’abbondanza strabocchevole.

Dapprima Maria resta turbata, medita in silenzio (“si domandava che senso avesse un saluto come questo”), poi fa una domanda (“Come avverrà questo, poiché non conosco uomo”), infine esprime la sua adesione (“Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”).

Il centro di Dio sta nelle periferie dell’uomo

Davvero i fatti dell’avvento si collocano tutti ai margini: il deserto con il Battista, Nazaret con Maria. Il centro di Dio è la periferia dell’uomo. È una scelta consolante per noi. Davvero nessuno e nulla è escluso dall’attenzione di Dio. Dove non arriva l’attenzione dell’uomo, infatti, arriva la sua. Maria non la conosce nessuno. La conosce lui. Subito dopo Maria, nel suo magnificat, dirà che Dio “Ha guardato l’umiltà della sua serva”. Mirabile quel “guardare” che ricorda vivamente lo sguardo dell’innamorato. La donna guardata dall’amato sa che non è tanto guardata perché bella, ma bella perché guardata. Maria non è scelta perché degna: è una adolescente, è di Nazaret; ma diventa “serva del Signore” (titolo di straordinario onore) semplicemente perché “guardata” dal suo Signore. E, da quel momento, il suo Signore inizia a diventare suo figlio.