Dal monastero gli auguri per il 2018

Dal monastero che cosa pensate di augurarci per il nuovo anno?. Donato

Caro Donato, il tempo corre velocemente e ci ritroviamo di nuovo a salutare un anno e ad accoglierne un altro. Cosa augurare?

Nelle mani di Dio

Mi piace riferirmi alla benedizione che la liturgia, nella sua sapienza, oggi ci regala:

Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace (Nm 24, 26).

Il Signore,  rinnova la sua benedizione, dice bene di noi, con una testardaggine che ci colma di stupore. Iniziamo questo nuovo anno sotto la sua benevolenza, poiché Lui scommette ancora sull’uomo, su questa umanità sofferente, ferita, in questo tempo di incertezze e violenze, di cambiamenti epocali. Quale migliore auspicio di questo? Siamo accolti e portati nelle mani sicure di Dio che ci custodisce,  ci usa ancora misericordia e ci dona la sua pace, l’unica che può   durare nel tempo. Come temere il futuro se siamo beneficati dal suo amore fedele?! Rimaniamo dentro questa benedizione, sotto lo sguardo di Dio che non si stanca di farci “grazia”, dandoci ancora vita, opportunità, tempo prezioso per ritornare a Lui.

Gratitudine e responsabilità

L’anno che ci attende è dono, realtà aperta e reversibile. Come tale è sacramento dell’amore di Dio:  non possiamo appropriarcene come se fossimo i soli proprietari o viverlo come un caso o una fatalità, ma possiamo rispondere con gratitudine e responsabilità. La responsabilità è l’attenzione al tempo, la partecipazione attiva a quanto la vita ci consegna; la gratitudine è la riconoscenza per quanto riceviamo, ciò che ci viene affidato dalla vita, come apertura al futuro da accogliere con meraviglia. Accolto come grazia, il tempo chiede di essere vissuto come spazio di vita nuova. Tutto è nelle mani di Dio, che è il Signore del tempo e della storia, il quale rinnova la sua alleanza e ci chiama ad essere suoi collaboratori nella costruzione del Regno. Si, il Signore continua a donarsi a noi per entrare in relazione con Lui e costruire una storia di salvezza. Ci dona un “oggi”, che diviene condizione favorevole, tempo di rivelazione di Lui e del suo desiderio di incontrarci, di salvarci. Ci offre, in questo nuovo anno, la possibilità di ricominciare da capo, malgrado le cadute e i fallimenti, le lentezze e i peccati. Con la sua incarnazione Dio attribuisce al tempo un grande valore, l’opportunità di accogliere sempre la sua misericordia.

Il tempo non è chiuso

Questo significa che per il cristiano non c’è un cielo chiuso, né tempo chiuso; non c’è peccato o caduta che non possano essere assunte e integrate nella vita come conseguenza della fede nel Cristo e nella sua opera redentrice. C’è sempre un nuovo inizio, e il tempo assume carattere di cammino, di conversione, nella convinzione e nella fiducia di un cambiamento possibile, poiché  il tempo diviene segno della pazienza e della grazia di Dio per ogni uomo. Abbiamo un bene prezioso tra le mani: ci auguriamo di non sprecarlo, di viverlo in pienezza con un atteggiamento umano e spirituale di vigilanza, di sobrietà e di attenzione alla vita, alla storia, all’oggi, agli altri che condividono con noi il pellegrinaggio sulle strade del mondo. È passione per il Signore, presenza a se stessi e attenzione a Dio che viene incontro all’uomo in ogni piccola o grande realtà della vita. Guardiamo i giorni che stanno passando con gratitudine e non con nostalgia o rimpianto. Apriamoci al futuro che ci sta innanzi, ricco ancora di una promessa di vita e di benedizione; custodiamo nel cuore quell’immagine che Dio fa risplendere sul nostro volto,  che mai ci verrà negata né tolta e che nessun anno, che tramonta, mai farà terminare: il nostro essere suoi figli amati. Felice anno nuovo!