Leggere è un’esperienza che cambia la vita. Parola di Steve McCurry

Un vecchio signore con un turbante in testa se ne sta seduto su un cuscino accanto a una cesta ricolma di frutti e a una bilancia nella sua bancarella del mercato di Sanaa, nello Yemen. Aspetta, forse, i clienti, ma in realtà non sembra affatto curarsi di ciò che gli si muove intorno, perché è completamente assorto nella lettura di un piccolo libro, molto consunto, con le pagine piene di sottolineature e note. Ci ha colpito questa foto di Steve McCurry, esposta fino al 28 gennaio al Wegil di Roma (Largo Asciaghi 5) nell’ambito della mostra “Leggere”: sono in tutto una quarantina di scatti che hanno per protagonisti lettori provenienti da ogni angolo del pianeta: zone di guerra, strade isolate, angoli della città o della propria casa, da Oriente a Occidente. Persone di qualsiasi età, razza ed estrazione sociale, unite dalla passione per la lettura. L’esposizione di McCurry sta facendo il giro dell’Italia, raccogliendo ovunque grandi consensi, ed è stata raccolta anche in un bellissimo libro con lo stesso titolo (Electa). Osservando le fotografie viene in mente una frase celebre di Umberto Eco: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito … perché la lettura è un’immortalità all’indietro”. Allo stesso tempo, però, scorrendo i dati dell’Istat sui lettori in Italia pubblicati qualche giorno fa, si sente anche un sussulto di malinconia: solo il 40,5% delle persone con più di 6 anni negli ultimi 12 mesi ha letto almeno un libro “per motivi non strettamente scolastici o professionali”. La percentuale è scesa dell’1,5% rispetto al 2015, ed è in continua discesa già da molti anni. Vuol dire che cresce costantemente il numero delle persone alfabetizzate che nell’arco di un anno non leggono neppure un libro. Se allarghiamo lo sguardo all’Europa, attingendo per esempio ai dati della ricerca dell’associazione Forum del libro, che indaga anche sulle diverse metodologie di promozione della lettura, scopriamo che ci sono Paesi in cui la percentuale dei lettori è superiore al 75%, come Svezia, Danimarca, Olanda, Lussemburgo, Germania e Regno Unito. Mentre l’Italia si colloca in bassa, bassissima classifica, anche se il fanalino di coda è il Portogallo. Che cosa c’è dunque di sbagliato nelle politiche per la promozione della lettura? Forse manca proprio quello che si vede nelle foto di McCurry: un accento più forte sull’esperienza della lettura, e sul valore che essa porta nella vita di una persona. “Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso” scrive Daniel Pennac, e ha ragione: è un luogo dove trovare pensiero, anima, emozione, ispirazione, anche se per esplorarlo bisogna essere “viandanti pazienti”, che non si accontentano dei like sui social network. Un’attività solo apparentemente solitaria, che crea in realtà legami, affinità, relazioni, senso di comunità. I lettori più forti – sempre dati Istat – sono i ragazzi tra 11 e 14 anni. Quelli che – sarà un caso – spesso non hanno ancora accesso illimitato a web e social come gli adulti. Sono una speranza per il futuro: ci auguriamo di riuscire a non fargli perdere l’abitudine.