Pastelli, pennarelli, scarabocchi e canzoni: in casa il disordine può essere «creativo»

Entrare in casa mia è un po’ come varcare la soglia di un mondo misterioso. Non sai mai cosa ci troverai, non sai chi o cosa ti accoglierà, non sai come (o magari te lo immagini giusto un pochino, sentendo già da fuori le grida dei bambini, la musica, le mie urla). Una cosa è certa: è tutto un gran delirio.

Lo ammetto, l’ordine non è mai stato il mio forte. Non a caso vengo sgridata anche dal mio bimbo quattrenne, che ha schemi mentali ben precisi nei quali rientra una sorta di ricerca di un ordine tutto suo. In più, alla mia già scarsa predisposizione, si aggiungono pedine impazzite capaci di minare nel profondo l’idea suprema di ordine.

Alice e i suoi pennelli, pastelli, tempere, disegni, scarabocchi, trucchi da sparpagliare qua e là, tesori da nascondere. Tommaso e i suoi puzzle, le macchinine, i percorsi ninja da costruire utilizzando cuscini e parti di quel che resta del divano. Buondì (sì, il cane, c’è anche lei) e la sua voglia di saltare, giocare, travolgere di gioia tutto ciò che le capita davanti.

Io che preparo pastrocchi in cucina e lascerei volentieri tutto sul tavolo, amiche che mi portano scatoloni di vestiti usati per i bambini, valigie e sacche da svuotare e tornare a riempire. Insomma, un bel casino. E non è finita. Perché ovviamente il delirio fisico è accompagnato da quello mentale. Così a casa mia si usa cantare a squarciagola. Un po’ di tutto, dai Queen alle colonne sonore di Oceania così, senza colpo ferire. Si balla anche, ovviamente. E temo che i vicini ci vedano, perché le tende coprono ben poco delle nostre grandi vetrate.

Ci sono anche momenti di silenzio, certo. Attimi, minuti, ore fatti di letture, di riposi, di giochi concentrati. Ma non durano mai troppo a lungo. Ogni tanto mi domando cosa pensino i miei vicini, che son così bravi a stare zitti zitti. Non si sentono mai. Noi invece siamo proprio casinisti, ma a dirla tutta non potremmo essere diversi. Giochiamo, litighiamo, ci divertiamo, discutiamo. Siamo così come siamo.

Resto sorpresa quando la mia dolcissima vicina di casa viene a dirmi: “L’altra sera abbiamo fatto un po’ di rumore, scusaci”. Scusarvi?! E perché?! Anzi! Unitevi a noi, facciamolo un po’ di sano frastuono. Ogni tanto ci vuole. Certo, rispettando gli altri, senza esagerare. Ma suvvia, viviamo ogni attimo intensamente. Che ad annoiarsi si fa sempre a tempo.