Quanto è complesso, quanto è delicato e vulcanico al tempo stesso il rapporto tra madre e figlia. Io, che con mia madre non ho mai avuto un rapporto idillico, ora mi ritrovo nei suoi panni. La capisco. Siamo uno scrigno, noi donne. Da aprire con cura, esplorare, interpretare, capire, svelare, richiudere. Per poi ripartire daccapo.
C’è poco da fare, ve lo garantisco io, che ho un figlio maschio e una femmina: gli uomini sono più semplici, sin da piccoli. Il mio bambino non sta mai fermo, fa i capricci, vuole fare di testa sua, ma è lineare, comprensibile, chiaro, esplicito. La mia bimba no.
Ti scruta, cerca di capire se può fidarsi di te, sceglie cosa mostrarti di sé. Sa essere dolcissima o senza pietà, ti scioglie con un abbraccio e ti porta al limite tenendoti il muso per ore. Perché lei le cose se le segna e non le dimentica. Lei sa come ferirti, ma anche come conquistarti.
E’ ancora piccola, ogni tanto la guardo e me la immagino adolescente. Ho tante speranze. Spero che saremo sempre capaci di dialogare. Spero di riuscire a lasciare l’orgoglio da parte, di imparare a mettermi nei suoi panni, di esserci. Sì, ecco, di esserci. Anche se avremo entrambe mille impegni, anche se vorrà fare di testa sua.
Eppure mi rendo conto già da ora di quanto sia difficile mettere in pratica concretamente ciò che in teoria sai essere il giusto. Ricordo che quando ero ragazzina un bel giorno mi misi a scrivere una sorta di promemoria, con annotato tutto ciò che, una volta madre, non avrei mai dovuto fare. Perché erano cose che di mia madre non sopportavo ma già sapevo, tra me e me, che avrei probabilmente fatto a mia volta da adulta.
Peccato aver perso quel promemoria (così a intuito mia madre l’avrà trovato in qualche cassetto e immediatamente fatto sparire). Non ricordo nulla di ciò che vi scrissi sopra. Niente di niente. Forse che non avrei mai dovuto urlare contro mia figlia? Non avrei mai dovuto darle della stupida? Che avrei dovuto essere madre ma anche un po’ amica?! Chissà.
Di una cosa sono certa. Le dimostrerò sempre quanto bene le voglio. I baci, gli abbracci le parole. Quelle cose sulle quali non devo stare a pensare per ore a quale sia la giusta strategia da seguire. Vengono e basta, belle e spontanee. Quelle cose che ti avvicinano, che ti rendono complice, che ti fanno sentire sulla stessa lunghezza d’onda. Il resto chissà, forse verrà da sé.