Non solo chat e videogames: in Quaresima lo smartphone si usa (anche) per pregare

Non solo chat e videogames, durante la Quaresima lo smartphone si può usare anche per pregare. C’è una piccola rivoluzione tecnologica nell’ultimo itinerario studiato dall’Upee (Ufficio diocesano per la pastorale dell’età evolutiva) per i preadolescenti (dagli 11 ai 13 anni, le classi della scuola secondaria di primo grado), sul tema “Venite e vedrete (Gv 1,39), seguendo il maestro”. Il filo conduttore è “un invito a mettersi in cammino dietro e accanto a Gesù, osservando i suoi gesti e ascoltando le sue parole”. Questa fascia d’età è particolarmente delicata: i ragazzi, ancora “né piccoli, né grandi”, sono alla ricerca della propria identità e di un posto nel mondo; nella maggior parte delle parrocchie è questo il periodo in cui si preparano a ricevere il sacramento della cresima. Il percorso quaresimale ne tiene conto e prima di tutto risponde a un’esigenza di spiritualità: contiene infatti dieci schemi da usare ogni settimana e nei “momenti forti” fino a Pasqua per la preghiera di gruppo. I mezzi, però, sono quelli di oggi: ogni scheda ospita infatti in evidenza un codice “Qr” che si può leggere con lo smartphone per completare la preghiera personale e quotidiana. E’ un modo semplice e immediato per suggerire un uso “alternativo” dei dispositivi tecnologici che sono ormai compagni inseparabili per i preadolescenti. Dal codice si scarica un file che si può portare sempre con sé, a disposizione sul proprio smartphone. Tra i materiali messi a disposizione dall’Upee, poi, c’è anche una mappa, che aiuta a collocare geograficamente i luoghi e il cammino fatto da Gesù nei Vangeli della Quaresima. Il percorso interattivo suggerisce in aggiunta alcuni piccoli impegni concreti, da attuare da soli, con il gruppo di catechesi, oppure a casa, in famiglia. Un altro “filo rosso” della proposta quaresimale è lo stimolo a vivere concretamente il messaggio del Vangelo trasformandolo in azioni quotidiane. Viene quindi trasmesso ai ragazzi l’invito a contribuire ad alcuni progetti di solidarietà missionaria, a sostegno delle comunità di Viloco in Bolivia, costruita intorno ai ritmi della miniera, di Tanda in Costa d’Avorio, per aiutare le giovani madri, e di Cuba, per la ricostruzione di case e di un cammino di fede.