L’ultimo saluto al vescovo ausiliare Lino Belotti: «La sua presenza e la sua opera sono state un dono, non solo per la Chiesa di Bergamo»

«Riconoscenza e speranza: sono le due parole per rileggere la vita e la missione di monsignor Lino. È stato un grande dono non soltanto per la Chiesa di Bergamo». Con queste parole, il vescovo Francesco Beschi ha tracciato il ritratto di monsignor Lino Belotti, vescovo ausiliare della nostra diocesi dal 1999 al 2009 e con alle spalle vaste esperienze pastorali in diocesi povere e fra i migranti italiani, durante i funerali, svoltisi lunedì 26 marzo in Cattedrale. Hanno concelebrato una ventina di vescovi e una folta schiera di preti bergamaschi, segno dell’affetto e della stima verso il vescovo nativo di Comenduno, scomparso a 87 anni dopo lunga infermità il 23 marzo scorso. Numerosi anche i fedeli e le autorità presenti. «Ci ritroviamo in preghiera nel ricordo affettuoso del vescovo Lino che accompagniamo nell’incontro con il Signore che ha servito per tutta la vita — ha detto il vescovo all’inizio dei funerali —. Lo facciamo con fede e riconoscenza». Monsignor Beschi ha espresso il suo sincero grazie «a tutti coloro che gli hanno voluto profondamente bene», alle persone «che si sono presi cura di lui durane la malattia» e alla comunità missionaria del Paradiso, «che ha contrassegnato la sua vocazione».

All’omelia, il vescovo ha sottolineato la coincidenza dei funerali con i riti della Settimana Santa, che sono cuore della fede cristiana. «Diciamo grazie al Signore per questa coincidenza, che sembra dare un sigillo alla vita di monsignor Lino». Monsignor Beschi ha ringraziato i preti e i vescovi presenti ai funerali, ricordando di aver ricevuto attestati scritti di stima e cordoglio da alcuni vescovi bergamaschi impegnati in terre lontane. «L’arcivescovo Francesco Panfilo dalla Papua Nuova Guinea di monsignor Lino ha scritto: “È stato un grande dono per la Chiesa di Bergamo, ma anche per la Chiesa italiana e mondiale”». Il vescovo ha ricordato il motto episcopale di monsignor Belotti «In te Domine speravi». «È la parte finale dell’inno del Te Deum, che esprime in modo gioioso la riconoscenza al Signore. Tutta la vita e il servizio di monsignor Lino sono stati sotto il segno della riconoscenza e della speranza verso Dio». Il vescovo ha poi citato la prima lettura, quella di Isaia, in cui parla del servo del Signore nelle nazioni. «Monsignor Lino è stato servo di Dio nella comunità missionaria del Paradiso da prete e da vescovo». Di monsignor Lino Belotti il vescovo ha poi ricordato «il sorriso, il carattere mite e determinato, la scelta della povertà, l’amicizia verso il Beato don Sandro Dordi, che sarà stato fra i primi ad accoglierlo».

Il vescovo ha infine confidato un aneddoto raccontatogli dal vescovo Roberto Amadei. Nel corso di una udienza per l’anniversario della beatificazione di Papa Giovanni, il vescovo Amadei presentò l’ausiliare Belotti a Papa Benedetto XVI. «Salutandolo, all’improvviso monsignor Lino disse al Papa: “Lei sa che cos’è il Paradiso?”. E il Papa e i presenti rimasero sorpresi da questa domanda». Monsignor Beschi ha concluso riprendendo una frase del messaggio di cordoglio ricevuto dall’arcivescovo Sergio Gualberti dalla Bolivia, molto amico di monsignor Lino: “Il vescovo Belotti è stato segno di speranza assunta a certezza”».

Alla fine dei funerali, due testimonianze. «È sempre stato presente nella vita della nostra diocesi e sempre vicino con il sostegno ai sacerdoti», ha ricordato il vicario generale monsignor Davide Pelucchi. «Era instancabile, prudente ma deciso, semplice e sempre attento al prossimo», ha aggiunto il superiore della Comunità missionaria del Paradiso monsignor Gino Rossoni: «Prudente ma deciso, e instancabile, con una personalità semplice e attenta al prossimo». È stato poi letto il messaggio di cordoglio di Papa Francesco. Al termine, tutti i vescovi presenti hanno accompagnato la salma del vescovo Belotti sul sagrato della Cattedrale. È stata quindi portata nella chiesa parrocchiale di Comenduno, dove domani alle 15 sarà celebrata una Messa in memoria prima della sepoltura nel cimitero locale.