Ancora buona Pasqua. Nonostante tutto

Tra turbolenze politiche, guerre più o meno lontane, inquietudini diffuse che “buona pasqua” c’è da augurare, secondo te? Livia

Cara Livia, lo scenario che tu tratteggi è alquanto allarmante, ma reale.

Il tempo di Gesù non era meno violento del nostro

La storia sembra mostrare l’assenza dell’evento di salvezza, la Pasqua di Gesù, che ha cambiato il mondo, perché l’umanità è avvolta in una cortina di violenza. Ma la storia è il luogo sacro in cui Dio ha scelto di abitare, di incarnarsi, di salvarci. Forse che il tempo nel quale Gesù è vissuto era migliore del nostro? Oppure, c’è stata un’ epoca non segnata dalla violenza? La guerra, la violenza, le contraddizioni, le povertà di ogni genere, hanno attraversato il tempo con la ferocia che il progresso acutizza e che rivela il male e il bisogno di potere che abitano il cuore degli uomini di ogni tempo!

Allora, forse per questo, oggi come sempre, abbiamo bisogno di un Salvatore, di un Redentore, che ci aiuti a passare dalle nostre morti alla vita nuova, che apra i cuori e le menti per accogliere la salvezza, la vita nuova che ci è stata conquistata a prezzo del sangue di Cristo.

La grazia a caro prezzo

L’augurio, se di augurio si tratta, è quello di lasciarci raggiungere, nel profondo, da quella “grazia a caro prezzo” che ci redime e trasforma dall’interno. Abbiamo tutti bisogno di salvezza perché le ferite che abitano i cuori sono foriere di violenza contro i vicini e i lontani, i più deboli, i poveri. Tutti portiamo in noi il male del peccato che, nel piccolo come nel grande mondo, scrive pagine di solitudine, indifferenza, paura, sfruttamento, inquietudine, divisione.

Gesù ha attraversato per noi questo male riconciliandoci con noi stessi e con Dio, sconfiggendo l’antico avversario del genere umano, che miete vittime anche oggi, facendo luccicare come parvenza di bene ciò che è solo sorgente di male. In Gesù è avvenuta la riconciliazione del mondo con Dio. Non ideali o programmi, ma l’amore di Dio affronta la dura realtà del male e la sconfigge dall’interno. Non un’ idea dell’amore, ma l’amore vissuto realmente sino alla fine riporta la vittoria. Il Figlio di Dio soffre su di sé il peccato del mondo, entra nel mezzo di ogni evento e lo riconcilia. Dio ama il mondo, Dio ama l’uomo così come si presenta, non un uomo ideale, ma reale; Dio non ha cercato l’uomo perfetto per unirsi a lui, ma assunto la natura umana nella sua fragilità. Gesù è il “sì” di Dio, il Dio compassionevole, che ha sofferto sino in fondo portando su di sé il male del mondo. Davanti a questa eccedenza di amore, lasciamoci raggiungere, toccare, trasformare.

“Non abbiate paura”. La notte non è ancora finita, ma è già giorno

Risuoni  nei nostri cuori e nella vita l’annuncio dell’angelo alle donne: “Non abbiate paura! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui è risorto!” Non lasciamoci vincere dal pessimismo o dalla paura, l’amore ha vinto il male e l’odio, e il Risorto ce lo mostra attraverso le sue piaghe ancora aperte e sanguinanti. In ogni situazione umana segnata dalla fragilità, dal peccato e dalla morte, la buona notizia non è soltanto una parola, ma una testimonianza di amore gratuito e fedele; è uscire da sé per andare incontro all’altro, è stare vicino a chi è ferito dalla vita, è condividere con chi manca del necessario.

L’amore è più forte di ogni morte, dona la vita, fa fiorire il deserto, cresce nel silenzio come il lievito nella pasta.  Il Cristo risorto porta la nuova umanità in sé, l’ultimo glorioso sì di Dio all’uomo nuovo. Certo, l’umanità vive ancora nel vecchio, ma è già al di là di esso; essa vive ancora in un mondo della morte, ma è già al di là della morte; vive ancora in un mondo del peccato, ma è già al di là del peccato. La notte non è ancora finita, ma è già giorno. Viviamo in questo giorno, il primo della settimana, il giorno in cui l’annuncio della risurrezione ha dischiuso la vita alla speranza.

“Ecco, dice Dio, io faccio nuove tutte le cose. Non ve ne accorgete?”

Felice Pasqua!