Papa Francesco: la Messa non è un compito settimanale. Bisogna uscire meglio di come siamo entrati

La messa “non è soltanto memoria: si vive di nuovo la Passione e la Resurrezione di Gesù”. A precisarlo è stato il Papa, che con l’udienza di oggi ha concluso il ciclo di catechesi dedicate alla messa, soffermandosi sui riti di conclusione. “Mentre la Messa finisce, si apre l’impegno della testimonianza cristiana”, ha spiegato il Papa, che poi a braccio ha aggiunto: “I cristiani non vanno a messa per fare un compito settimanale e poi si dimenticano. No! I cristiani vanno a messa per partecipare alla Passione e Resurrezione del Signore e poi vivere di più come cristiani”. “Usciamo dalla chiesa per ‘andare in pace’ a portare la benedizione di Dio nelle attività quotidiane, nelle nostre case, negli ambienti di lavoro, tra le occupazioni della città terrena, glorificando il Signore con la nostra vita”, ha ricordato Francesco: “Ma se noi usciamo dalla chiesa chiacchierando – ‘ma guarda questo, guarda quello’ – e con la lingua lunga, la messa non è entrata nel mio cuore perché non sono capace di vivere con la testa cristiana”, ha ammonito a braccio: “Ogni volta che esco dalla messa devo uscire meglio di come sono entrato, con più voglia di dare testimonianza cristiana”.
“Dalla celebrazione alla vita, dunque, consapevoli che la messa trova compimento nelle scelte concrete di chi si fa coinvolgere in prima persona nei misteri di Cristo”. È la direzione di marcia indicata dal Papa per ognuno di noi, ogni volta che finisce l’appuntamento liturgico. “Non dobbiamo dimenticare che celebriamo l’Eucaristia per imparare a diventare uomini e donne eucaristici”, il monito di Francesco, spiegando che ciò significa “lasciare agire Cristo nelle nostre opere: che i suoi pensieri siano i nostri pensieri, i suoi sentimenti i nostri, le sue scelte anche le nostre scelte”. “E questo è santità, fare come ha fatto Cristo è santità cristiana”, l’aggiunta a braccio prima della citazione delle parole di San Paolo: “Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me”. “Questa è la testimonianza cristiana”, ha spiegato Francesco ancora fuori testo, sottolineando che “l’esperienza di Paolo illumina anche noi: nella misura in cui mortifichiamo il nostro egoismo, cioè facciamo morire ciò che si oppone al Vangelo e all’amore di Gesù, si crea dentro di noi un maggiore spazio per la potenza del suo Spirito”. “I cristiani sono uomini e donne che si lasciano allargare l’anima con la forza dello Spirito Santo dopo aver ricevuto il corpo e il sangue di Cristo”, ha detto il Papa fuori testo: “Lasciatevi allargare l’anima! Non queste anime così strette, chiuse, così piccole, egoistiche: anime grandi, con grandi orizzonti! Lasciatevi allargare l’anima con la forza dello Spirito dopo aver ricevuto il corpo e il sangue di Cristo”.
La messa “non è soltanto memoria: si vive di nuovo la Passione e la Resurrezione di Gesù”. A precisarlo è stato il Papa, che con l’udienza di oggi ha concluso il ciclo di catechesi dedicate alla messa, soffermandosi sui riti di conclusione. “Mentre la Messa finisce, si apre l’impegno della testimonianza cristiana”, ha spiegato il Papa, che poi a braccio ha aggiunto: “I cristiani non vanno a messa per fare un compito settimanale e poi si dimenticano. No! I cristiani vanno a messa per partecipare alla Passione e Resurrezione del Signore e poi vivere di più come cristiani”. “Usciamo dalla chiesa per ‘andare in pace’ a portare la benedizione di Dio nelle attività quotidiane, nelle nostre case, negli ambienti di lavoro, tra le occupazioni della città terrena, glorificando il Signore con la nostra vita”, ha ricordato Francesco: “Ma se noi usciamo dalla chiesa chiacchierando – ‘ma guarda questo, guarda quello’ – e con la lingua lunga, la messa non è entrata nel mio cuore perché non sono capace di vivere con la testa cristiana”, ha ammonito a braccio: “Ogni volta che esco dalla messa devo uscire meglio di come sono entrato, con più voglia di dare testimonianza cristiana”.