Dopo 35 anni abbiamo fatto la comunione. Grazie alla “Amoris Laetitia” di Papa Francesco

Fulvia e Giuseppe, la coppia di Grumello che racconta qui la sua esperienza

La gioia dell’amore è stata il tema sul quale, ormai due anni fa, papa Francesco ha incentrato la sua esortazione apostolica, che ha fatto seguito ai due sinodi dei Vescovi sulla famiglia. All’interno del capitolo ottavo dell’esortazione, papa Francesco, riprendendo una questione sulla quale la riflessione teologica lavorava da decenni, ha aperto, ovviamente ad alcune condizioni, alla possibilità di riammissione ai sacramenti delle cosiddette “situazioni matrimoniali irregolari”. (Il termine è peraltro assai problematico: chi può dirsi “regolare” nella fede e nella vita della Chiesa? È sufficiente il rispetto formale di alcune norme del diritto matrimoniale ecclesiastico per definirsi tali?). Il documento di Papa Francesco prevede, come noto, un previo, serio cammino penitenziale e di discernimento.

Un’esperienza

A questo documento del magistero pontificio è seguita la presa di posizione delle singole diocesi: anche la diocesi di Bergamo ha emanato i suoi orientamenti, indicando successivamente anche alcuni sacerdoti scelti dal Vescovo Francesco con l’incarico specifico di seguire il cammino spirituale delle suddette persone. A partire da questo, nella mia comunità di Grumello del Monte, nel tempo quaresimale, cinque coppie e tre singoli hanno affrontato con il parroco don Angelo quattro incontri, tre sul sacramento della Penitenza e uno sull’Eucarestia.

Queste persone hanno così coronato un percorso, in alcuni casi durato decenni, di accompagnamento spirituale con sacerdoti o con il gruppo “la Casa”, che in Diocesi segue queste situazioni matrimoniali particolari. Terminati gli incontri, si sono accostati al Sacramento della Penitenza e, in occasione delle festività pasquali, al sacramento dell’Eucarestia. Mi fermo qui, lasciando spazio alle parole di Fulvia e Giuseppe, che valgono molto più delle mie per descrivere quanto hanno vissuto.

Una coppia

Per noi Amoris Laetitia, la gioia dell’amore, è stata motivo di speranza, perché ha aperto per il nostro amore le porte per un cammino nuovo verso Nostro Signore. Papa Francesco ha aiutato noi e i nostri sacerdoti in questo cammino di riflessione e discernimento. Abbiamo atteso 35 lunghissimi anni, sempre accompagnati dall’amore di Dio, che mai ci ha abbandonati, anzi, ci ha amati sempre di più e ha rafforzato la nostra fede. Abbiamo sofferto molto il fatto di non poterci accostare all’Eucarestia, a Dio che si offre per noi, alla mensa dei peccatori e non dei perfetti. Quest’anno, accompagnati dal nostro parroco e con il sostegno di molti sacerdoti, ci siamo accostati, in occasione della Santa Pasqua, all’Eucarestia.

In punta di piedi ci siamo accostati a Lui, con il cuore pieno di gioia mista a  un po’di timore. Staremo facendo la cosa giusta? Il Signore ci avrà perdonato? Poi, nel momento in cui il Suo corpo è entrato dentro di noi, ogni dubbio è sparito. Abbiamo tanto sperato nel perdono del Signore e, ricevendo l’Eucarestia, abbiamo provato un senso di pace , di serenità, di amore e di speranza. Non abbiamo trattenuto le lacrime mentre, in fila con gli altri fedeli, ci recavamo a ricevere il Corpo di Cristo: abbiamo sentito di amare Lui, ma soprattutto abbiamo capito quanto Lui abbia sempre amato noi. La nostra speranza è che, da questa Santa Pasqua in poi, ogni volta che riceveremo il Suo Corpo possiamo sempre sentire l’amore di Dio per noi, che ci commuove e ci dona tanta gioia”.