Al lavoro nei boschi della Val Seriana: un progetto per aiutare persone in difficoltà e disoccupati

Al lavoro nei boschi della Val Seriana: è un progetto molto concreto quello avviato dall’ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Bergamo. “Un’opportunità per il territorio e per chi non è più nel mondo del lavoro”, come sottolinea Stefano Remuzzi, collaboratore dell’ufficio, descrivendo il movimento di ampio respiro che questa iniziativa mette in moto.
Il progetto nasce dall’idea di mettere a disposizione alcuni possedimenti terrieri di proprietà dell’istituto diocesano per andare incontro a chi ha problemi di disoccupazione: l’obiettivo finale è offrire un’opportunità lavorativa alle persone in difficoltà.
«I primi terreni inseriti nel progetto – racconta Stefano – sono quelli collocati in Val Seriana, mentre per quanto riguarda la Val Brembana stiamo partecipando a un bando per l’agricoltura emesso dalla Fondazione Cariplo per poter ampliare le attività a ulteriori unità boschive».
E’ ancora un percorso sperimentale e in fase di costruzione, in quanto sono in corso le opportune indagini e i rilevamenti necessari per comprendere come e quando intervenire nei boschi analizzati. In base al tipo di appezzamento, alla sua ampiezza e al bisogno lavorativo che emergerà dagli studi, verrà poi assegnato un certo numero di lavoratori disposti a far parte del processo produttivo.
«Le stime condotte sino ad oggi – spiega Stefano –  dicono che si potranno coinvolgere circa dieci o quindici persone, ma sono cifre non ancora accertate dato che bisognerà capire quanta manodopera occorrerà effettivamente per ogni terreno. L’idea è quella di creare un processo produttivo di filiera che includa la manutenzione del bosco e la produzione di legna, sempre se sarà fattibile».
Oltre ai diversi lavoratori disoccupati, prenderanno parte al progetto anche alcune cooperative attive sul territorio in ambito sociale per sfruttare al massimo le potenzialità del progetto e aiutare il maggior numero di persone possibile.
Questo progetto unisce utilità e passione per il proprio territorio, e sembra quindi una soluzione valida sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista occupazionale. «La particolarità di questo progetto – aggiunge Stefano Remuzzi – sta nel dare la possibilità a chi non è più nel mondo del lavoro di rimettersi in gioco lavorando per il territorio in cui vive quotidianamente e andando a svolgere un servizio troppo spesso dimenticato come quello della manutenzione e della gestione del verde e delle diverse aree boschive. Spesso questi luoghi vengono trascurati ed è un vero peccato».