“Mamma, Luigi non la fa la cresima. Come mai? Mi dispiace per lui”. Perché ti dispiace? “Perché è un momento importante, ti fa capire che stai diventando grande, che hai anche tu un ruolo nella comunità, non solo i genitori e i nonni”. Le riflessioni più profonde, sembra strano, nella mia famiglia nascono spesso in automobile, durante i numerosi spostamenti della giornata. Mio figlio, dodici anni, si mette a confronto con un amico che professa un’altra religione. Si fanno grandi discorsi per spiegare quanto la diversità rappresenti una ricchezza, ma alla fine per rendersi conto che è vero bastano piccole cose: gli altri, le persone che hai vicino, ti fanno da specchio. Se sono molto simili a te possono certamente offrirti vicinanza e conforto, ma difficilmente capiterà che ti mettano in discussione. Chi invece segue strade differenti ti sfida, ti spinge a guardarti dentro, a cercare le tue motivazioni, a non dare niente per scontato, anche solo per poter dialogare. Così, pochi giorni dopo, la cresima di una cugina assume un significato del tutto peculiare: lo sguardo si fa molto attento, la Messa va seguita per intero, anche se è lunga “perché l’anno prossimo toccherà a me”. E un pensiero espresso dal parroco alla fine della celebrazione colpisce nel segno: “Ci auguriamo che la vostra esperienza, ora che la catechesi è finita, continui all’interno della comunità in tante altre forme, come il volontariato e il servizio alla comunità, che si può attuare in moltissimi modi, secondo i tempi e le attitudini di ognuno”. Per i ragazzi forse non è tanto facile capire – non tanto in teoria, perché i catechisti sanno spiegarglielo bene, ma in concreto – che cos’è questo Spirito santo che scende su di loro, ma compare chiara una consapevolezza: “Questo è davvero un sacramento che ti fa capire che sei parte di una comunità più grande di cristiani e che puoi fare anche tu qualcosa per gli altri”. Quando questo è chiaro ai protagonisti, anche tutto il resto passa in secondo piano: come gli amici che partecipano per simpatia, ma poi non riescono ad assistere alla celebrazione e dato che fa molto caldo restano al bar a prendere l’aperitivo, oppure i tanti che sono lì, in chiesa, magari solo in questa occasione, dopo molte Messe saltate per pigrizia, e forse anche per loro quella diventa una giornata speciale, a patto che riescano ad avere, per una volta, lo stesso sguardo dei ragazzi.