C’è un tempo per… l’integrazione: un Festival cinematografico che apre gli orizzonti

Che cos’è l’integrazione? A questa domanda cerca di rispondere in modo originale e propositivo il Festival cinematografico “C’è un tempo per…l’integrazione”, promosso dalla Cooperativa Ruah, capofila di diverse realtà che ne compongono il comitato organizzatore. “Bisogna decolonizzare l’immaginario collettivo – spiega Giancarlo Domenghini, coordinatore del comitato organizzatore del Festival per Cooperativa Ruah -, che associa l’integrazione solo alla fase emergenziale degli sbarchi, ma c’è ben altro: ci si dimentica che sono numerosi gli immigrati che abitano sul nostro territorio e che attendono il tempo dell’integrazione. Il nostro è un tentativo di controbilanciare questa narrazione negativa, mostrando invece le variabili positive, anche attraverso lavori cinematografici di cittadini di origine straniera, che hanno vissuto sulla loro pelle questa realtà, dandoci un punto di vista diverso”. La 12esima edizione del Festival quest’anno avrà luogo dal 10 al 13 maggio tra Sarnico e Bergamo, con diverse novità: la manifestazione, tradizionalmente votata ai cortometraggi di finzione, si aprirà anche ai documentari, con nuovi premi e l’introduzione del concorso fotografico “Premio Ulisse Belometti” (scadenza prorogata al 12 maggio, per informazioni: www.cooperativaruah.it). “La partecipazione è aumentata rispetto allo scorso anno – prosegue Domenghini -, segno che sta prendendo sempre più piede nel mondo del cinema la nostra proposta: la possibilità di raccontare l’integrazione in chiave soprattutto virtuosa, in cui i protagonisti sono i membri della società di accoglienza e delle culture minoritarie portate attraverso l’immigrazione”. Non solo film d’autore, documentari e cortometraggi, ma anche diversi eventi speciali. Il primo evento di questo tipo sarà la presentazione del libro “Solo la luna ci ha visti passare” (mercoledì 9 maggio alle 20.45 all’oratorio di Sarnico) della giornalista bergamasca Francesca Ghirardelli: la storia di Maxima, siriana curda che racconta il suo viaggio per raggiungere l’Europa. Evento di apertura del Festival, giovedì 10 maggio alle 20.45 presso il Cinemateatro del Borgo di Bergamo, il road – movie “Talien” di Elia Moutamid (presente in sala) premiato all’ultimo Torino Film Festival: il racconto di un uomo che, dopo aver trascorso quarant’anni della sua vita in Italia, decide di tornare in Marocco insieme al figlio, cresciuto in Lombardia. La seconda giornata del festival, venerdì 11 maggio, sarà invece incentrata sui documentari, con una maratona dalle 16 alle 21 al Cinemateatro del Borgo di Bergamo.  Per il lavoro di selezione si è messa all’opera una giuria “equilibrio tra le voci istituzionali e le voci del territorio, con uno sguardo competente sia sul cinema che sull’integrazione, coinvolgendo anche gli enti che supportano il Festival”. La giuria per i documentari è stata presieduta da Manuele Cecconello, nuovo direttore artistico del Festival, regista e fotografo con una vasta produzione di film sperimentali e documentari, più volte premiati a livello internazionale, con la collaborazione di Enrico Terrone e Luca Bandirali, docenti universitari in ambito cinematografico; il regista Adil Azzab (di cui il 13 maggio si proietterà il film “My name is Adil”) ha invece presieduto la giuria per i cortometraggi del Concorso internazionale, mentre Mohammed Maltof dell’Associazione socio culturale Simira quella dei cortometraggi della sezione Scuola e territorio. Ritornando ai documentari, otto le opere finaliste tra cui “Noi siamo Ercolini” di Giacomo Del Buono, storia della prima squadra di calcio di ragazzini rom; “Blaxpoitalian. 100 Years of Blackness in Italian Cinema”, indagine attraverso lo sguardo del regista Fred Kuwornu sulla presenza e sulla “tipizzazione” dei neri nel cinema italiano e “Porto il velo adoro i Queen” di Luisa Porrino, ritratto di tre donne italiane musulmane, nate e cresciute in Italia che hanno scelto di indossare l’hijab. Sabato 12 maggio sarà invece il turno dei cortometraggi: si parte alle 11, all’Istituto superiore Riva di Sarnico, con la proiezione dei documentari in concorso per la sezione Scuola e territorio. Alle 16, presso il Festival Center allestito sul Lungolago, un momento sarà invece dedicato alla formazione con il workshop “Rappresentare l’integrazione”, rivolto ai filmmaker e proposto dalla Cooperativa Ruah con l’obiettivo di approfondire attraverso il confronto con gli “addetti ai lavori” nell’ambito dell’immigrazione e del cinema, che cos’è l’integrazione e come è possibile veicolarne gli aspetti più virtuosi. “Dalle opere che riceviamo – spiega Domenghini – vediamo che sono diverse le sfumature con cui si affronta l’argomento, ma abbiamo notato che spesso sono rappresentazioni in negativo, nelle quali si mostrano gli ostacoli e non le variabili positive. Noi immaginiamo che l’integrazione possa esserci anche nella variante metereologica, così come richiama il titolo del festival: il bel tempo, ciò che succede dopo il temporale, non solo il temporale. Durante il workshop ragioneremo proprio su questo concetto e su come certe rappresentazioni veicolino alcuni aspetti dell’integrazione a discapito di altri”.  In prima serata, alle ore 20.45, presso il Cineteatro Junior di Sarnico, ci sarà la proiezione e la premiazione dei cortometraggi del Concorso internazionale. Tra i titoli “Exotique” di Soraya Milla, dove un’adolescente di origini africane, innamorata di un suo compagno di classe, sente di non poter competere con le sue coetanee; “Il tratto” di Alessandro Stevanon, dove un bambino solitario e introverso trova la chiave di volta nell’incontro con un vecchio artista senegalese e “L’incontro”, la storia di Amin, adolescente di origine marocchina appassionato di boxe che deve competere per un importante titolo. “My name is Adil”, docu-film del regista Adil Azzab (presente in sala) Andrea Pellizzer e Magda Rezene, che racconta la vera storia di Adil, un bambino che ha vissuto fino a 13 anni nella più arretrata campagna marocchina, decidendo poi di partire e di raggiungere il padre emigrato in Italia, chiuderà il Festival, domenica 13 maggio alle 20.45 al Cineteatro Junior di Sarnico. La pellicola sarà preceduta dalla premiazione del concorso fotografico dedicato a Ulisse Belometti, in memoria del fotografo sarnicense che per 50 anni è stato capace di documentare, a suon di scatti, i mutamenti di una società sempre più multiculturale, multi linguistica e multireligiosa. Seguirà un momento conviviale di chiusura da parte dell’Associazione socio culturale Simira. Per informazioni: www.untempoper.com.