Papa Francesco: il battesimo ci apre la porta a una vita di risurrezione, non a una vita mondana

“Il battesimo ci apre la porta a una vita di risurrezione, non una vita mondana: una vita secondo Gesù”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, incentrata sul “santo lavacro” accompagnato dall’invocazione della Santissima Trinità, ossia il rito centrale del battesimo. “Il fonte battesimale è il luogo in cui si fa Pasqua con Cristo”, ha spiegato Francesco: “Viene sepolto l’uomo vecchio, con le sue passioni ingannevoli, perché rinasca una nuova creatura; davvero le cose vecchie sono passate e ne sono nate di nuove”. Poi il Papa ha citato le catechesi attribuite a San Cirillo di Gerusalemme, in cui viene spiegato così ai neobattezzati quanto è loro accaduto nell’acqua del battesimo: “Nello stesso istante siete morti e nati, e la stessa onda salutare divenne per voi e sepolcro e madre”. “E’ bella questa spiegazione di San Cirillo”, il commento di Francesco.  “La rinascita dell’uomo nuovo esige che sia ridotto in polvere l’uomo corrotto dal peccato”. Lo ha detto il Papa, commentando nell’udienza di oggi il rito centrale del battesimo. “Le immagini della tomba e del grembo materno riferite al fonte”, per Francesco, “sono assai incisive per esprimere quanto avviene di grande attraverso i semplici gesti del battesimo”. Francesco ha citato, in particolare, “l’iscrizione che si trova nell’antico Battistero romano del Laterano, in cui si legge, in latino, questa espressione attribuita al Papa Sisto III: ‘La Madre Chiesa partorisce verginalmente mediante l’acqua i figli che concepisce per il soffio di Dio. Quanti siete rinati da questo fonte, sperate il regno dei cieli'”. “Bello!”, il commento a braccio: “La Chiesa che ci fa nascere, la Chiesa che è grembo, è madre nostra per mezzo del battesimo. “La rinascita dell’uomo nuovo esige che sia ridotto in polvere l’uomo corrotto dal peccato”. Lo ha detto il Papa, commentando nell’udienza di oggi il rito centrale del battesimo. “Le immagini della tomba e del grembo materno riferite al fonte”, per Francesco, “sono assai incisive per esprimere quanto avviene di grande attraverso i semplici gesti del battesimo”. Francesco ha citato, in particolare, “l’iscrizione che si trova nell’antico Battistero romano del Laterano, in cui si legge, in latino, questa espressione attribuita al Papa Sisto III: ‘La Madre Chiesa partorisce verginalmente mediante l’acqua i figli che concepisce per il soffio di Dio. Quanti siete rinati da questo fonte, sperate il regno dei cieli’”. “Bello!”, il commento a braccio: “La Chiesa che ci fa nascere, la Chiesa che è grembo, è madre nostra per mezzo del battesimo. “Dio non rinnega mai i suoi figli”, anche quando compiono i peccati più grandi. Questa la frase, pronunciata a braccio, che il Papa ha esortato i 15mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro a ripetere a braccio. “Se i nostri genitori ci hanno generato alla vita terrena, la Chiesa ci ha rigenerato alla vita eterna nel battesimo”, ha spiegato Francesco: “Siamo diventati figli nel suo Figlio Gesù. Anche su ciascuno di noi, rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo, il Padre celeste fa risuonare con infinito amore la sua voce che dice: ‘Tu sei il mio figlio amato’”. “Questa voce paterna, impercettibile all’orecchio ma ben udibile dal cuore di chi crede, ci accompagna per tutta la vita, senza mai abbandonarci”, ha assicurato il Papa, che poi ha proseguito a braccio: “Durante tutta la vita il Padre ci dice: ‘Tu sei il mio figlio amato, la mia figlia amata’. Dio ci ama tanto, come un padre, e non ci lascia da soli. Questo dal momento del battesimo”. “Rinati figli di Dio, lo siamo per sempre!”, ha esclamato Francesco: “Il battesimo non si ripete, perché imprime un sigillo spirituale indelebile, che non viene cancellato da alcun peccato”. “Il sigillo del battesimo non si perde mai”, ha detto il Papa a braccio: anche quando l’uomo, “per la propria vergogna”,  commette peccati anche gravi e quindi “va contro Dio”, “l’uomo continua ad essere figlio di Dio”, perché “Dio non rinnega mai i suoi figli”.
“Il mese di maggio è dedicato alla Madonna: vi incito a coltivare la devozione alla madre di Dio con la recita quotidiana del Rosario, pregando in particolare per la pace in Siria e nel mondo intero”. Lo ha chiesto il Papa, durante il saluto ai pellegrini di lingua araba. Anche salutando i pellegrini di lingua italiana, rivolgendosi ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli, Francesco ha raccomandato: “Coltivate la devozione alla Madonna, con la recita quotidiana del Rosario, affinché come la Madre di Dio, accogliendo i misteri di Cristo nella vostra vita, possiate essere sempre più un dono d’amore per tutti”.