Aisent: una sentinella elettronica per sventare le aggressioni. L’invenzione di quattro giovani bergamaschi

Usare l’intelligenza artificiale per riconoscere le situazioni di pericolo e far scattare l’allarme: è l’idea di un team di giovani studenti e ricercatori bergamaschi, che a marzo hanno fondato AIsent, una start-up dedicata allo sviluppo di questa originale e utile tecnologia. Loro sono Daniele Gamba e Mattia Peracchi, studenti magistrali in ingegneria informatica presso l’Università di Bergamo, insieme a Michele Ermidoro e Mirko Mazzoleni, ricercatori Phd e professori. Una squadra di cervelli totalmente made in Bergamo che sta dimostrando come l’intraprendenza e la competenza possono pagare, eccome.

L’idea geniale è nata l’anno scorso, quando si è diffusa la notizia dell’aggressione ad una ragazza sul treno della tratta Milano-Bergamo: nessuno era intervenuto perché nessuno aveva sentito le sue grida. La domanda che i ragazzi si sono posti è stata semplicissima: com’è possibile che non ci sia un meccanismo per identificare automaticamente aggressioni o situazioni di pericolo in un luogo pubblico, come il treno o un parcheggio? Michele Ermidoro ha buttato lì il pensiero a Daniele Gamba, che stava facendo con lui la tesi, e sono stati poi coinvolti anche Mirko e Mattia: si sono informati, hanno visto che alla loro domanda non aveva ancora risposto nessuno…. E  detto fatto, ci hanno pensato loro.

«Il meccanismo di base è semplice – racconta Mattia -, si tratta di una schedina elettronica con un microfono in grado di ascoltare l’audio e analizzare ciò che sente, estrapolando le informazioni che gli abbiamo “insegnato” a riconoscere in fase di programmazione. L’intelligenza artificiale è in grado di riconoscere determinati suoni: possiamo programmarla per identificare un urlo o uno sparo, e a distinguerli dal semplice parlare comune. Quando li riconosce, fa scattare l’allarme». Una tecnologia che si potrebbe prestare a innumerevoli utilizzi: «è completamente orizzontale – continua Mattia -, perché si può programmare per riconoscere qualsiasi tipo di suono in base alle necessità di applicazione. Ad esempio, applicata alla domotica può permettere di riconoscere il suono dei vetri infranti in caso di effrazione». Non solo. Utilizzando il riconoscimento vocale e sonoro, AIsent potrebbe essere inserito anche in contesti dove per privacy non si possono mettere telecamere, come ad esempio i bagni pubblici, offrendo così una maggiore possibilità di sicurezza.

Il team di AIsent si è concentrato sullo sviluppo del software, cioè dell’architettura per far funzionare l’intelligenza artificiale, e ha realizzato un piccolo prototipo per dimostrarne il funzionamento. Con la loro idea hanno partecipato all’edizione 2017 di Start Up Bergamo, qualificandosi al terzo posto, e poi a Start Up Lombardia (unici bergamaschi), in cui si sono posizionati nella cinquina finalista. La loro start up innovativa è ufficialmente nata il 2 marzo 2018, con l’iscrizione al registro delle imprese: il nome nasce da AI (artificial intelligence) e “sent”, abbreviativo per “sentinel”.

«Ora stiamo cercando un partner per finalizzare il prodotto con la produzione di hardware dedicati – continua Mattia – e stiamo lavorando al progetto di alcun demo. Siamo ottimisti! C’è parecchio interesse sul nostro software, che potrebbe trovare applicazione ad esempio nella cura per anziani, nel settore della sicurezza industriale o nella domotica. Inoltre AIsent ci sta lanciando nel mondo del lavoro: conosciamo realtà interessantissime, entriamo in contatto con professionisti di altri settori… E’ stimolante e di certo, vada come vada, ci aiuterà a crescere».