Andare oltre il concetto di “servizio”, specialmente se di tipo omologato e imposto dall’alto, per abbracciare un approccio personalizzato e su misura per le esigenze delle persone con disabilità e delle loro famiglie. È questo uno degli spunti principali emersi dal racconto delle progettualità scaturite dall’incontro tra diverse realtà che si occupano, ognuna secondo le proprie competenze, di disabilità nella nostra provincia: da Anffas (Associazione di Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) alla cooperativa sociale Namasté, fino al Consorzio Cascina di Villa d’Almé. L’occasione per discutere di contenuti, comprese le fatiche ma anche le nuove opportunità (da cui il titolo dell’incontro “Abito nuovo”) che si stanno creando nel nostro territorio, era l’inaugurazione di due nuovi appartamenti in città per persone con disabilità e non solo, tenutasi nella mattinata di domenica 13 maggio all’Onp Bistrò di via Borgo Palazzo. Gli appartamenti sono un progetto di Anffas Bergamo, che si avvale dell’esperienza educativa di Namasté cooperativa sociale e Consorzio La Cascina con la collaborazione di Consorzio Ribes: l’iniziativa ha ricevuto il contributo del Fondo Sociale della Regione Lombardia (D.G.R. n. 4531 del 10 dicembre 2015) tramite Ats Bergamo ed ha avuto il sostegno di Fondazione della Comunità Bergamasca. Non si tratta però di due nuovi servizi, bensì di forme di residenzialità condivisa tra persone che, per storie diverse, ma accomunate dallo stesso bisogno di “trovare casa” e fare un’esperienza significativa nel proprio percorso di crescita, si ritrovano a vivere insieme. In via Vespucci, nel quartiere della Celadina, l’appartamento di Anffas ospita da pochi giorni due giovani studentesse universitarie e due ragazze con disabilità, tutte alla loro prima esperienza di vita “fuori casa”. Le quattro ragazze vivono da coinquiline, ognuna impegnata nella propria vita quotidiana (studio, lavoro, interessi…), condividendo i momenti di vita in comune e la cura dell’appartamento come la propria casa. Inoltre, nei fine settimana, possono ospitare altre due persone che hanno necessità di sperimentarsi nella vita autonoma, senza il supporto di genitori o parenti. “Il nostro compito come cooperativa sociale è di spingere un po’ più in là l’asticella – ha sottolineato Matteo Sana, presidente della cooperativa Namasté – il progetto strutturato con Anffas rappresenta una sintesi generale che va nell’interesse di tutti. Nell’appartamento di via Vespucci andranno a vivere 4 persone, di cui due giovani e due con disabilità, per un periodo minimo di 6 mesi e uno massimo di 36 mesi. Non si tratta di un progetto per persone con disabilità, ma incentrato sulla convivenza, che è la base che ci permette di fare un incontro vero. Si tratta di un’esperienza di passaggio, in cui le persone coinvolte possano costruire le regole di convivenza, bilanciando opportunità e responsabilità. Con il dipartimento Formazione dell’Università degli Studi di Bergamo stiamo inoltre valutando il fatto che agli studenti universitari che andranno a vivere in questi appartamenti vengano riconosciuti i crediti di due esami”. L’appartamento di via Pinetti, alla Conca Fiorita, è nato, invece, dall’iniziativa di una famiglia che ha messo a disposizione la propria casa, non solo per il congiunto con disabilità, ma anche per altre tre persone, realizzando di fatto il “Dopo di Noi” ormai diventato legge. I quattro abitanti vivranno in autonomia, anch’essi da coinquilini. Ovviamente, per entrambi gli appartamenti, è garantito il supporto educativo degli operatori di Namasté e La Cascina. “Attraverso questi due progetti diamo la possibilità di creare relazioni paritetiche tra coloro che abitano le case, con la volontà di essere accoglienti e aprirsi al territorio – spiega Domenico Tripodi, presidente di Anffas Bergamo -. Per noi, infatti, non c’è la persona con disabilità e senza disabilità, ma soltanto delle persone. L’obiettivo è creare sempre più relazioni intorno a questi progetti con il territorio, con le società sportive, con il mondo del lavoro, con le parrocchie e gli oratori. Nella zona di Grumello è stato avviato un progetto con il coinvolgimento dell’oratorio e della parrocchia, in cui in un appartamento vivono 4 persone di cui una con disabilità. Sono proprio questi i progetti che nascono sul territorio e a cui guardiamo con attenzione”.