Papa Francesco lancia un appello per il Medio Oriente: «No a una spirale di violenza. Guerra chiama guerra»

Papa Francesco: appello per Terra Santa e Medio Oriente, no a “spirale di violenza”, “guerra chiama guerra, violenza chiama violenza”. Auguri ai “fratelli islamici” per Ramadan. “Sono molto preoccupato e addolorato per l’acuirsi delle tensioni in Terra Santa e in Medio Oriente , e per la spirale di violenza che allontana sempre più dalla via della pace, del dialogo e dei negoziati”. Lo ha detto il Papa all’udienza generale, prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana che come di consueto concludono l’appuntamento del mercoledì in piazza San Pietro con i fedeli. “Esprimo il mio grande dolore per i morti e i feriti e sono vicino con la preghiera e l’affetto a tutti coloro che soffrono”, ha proseguito Francesco: “Ribadisco che non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza”. “Invito tutte le parti in causa in Medio Oriente e la comunità internazionale a rinnovare l’impegno perché prevalgano il dialogo, la giustizia e la pace”, l’appello del Papa. “Dio abbia pietà di noi!”, ha aggiunto a braccio dopo aver recitato con i fedeli l'”Ave Maria”, “Regina della pace”. “Ai miei fratelli islamici – ha poi proseguito Francesco – il mio augurio cordiale per il mese di Ramadan che inizierà domani. Che questo tempo privilegiato di preghiera e di digiuno aiuti a camminare sulla vita di Dio che è la via della pace”.
Il Papa è arrivato poco prima delle 9.30 in piazza San Pietro per l’udienza generale, ma la sua giornata pubblica è cominciata di buon ora stamattina, prima a Santa Marta per l’incontro con i rappresentanti delle religioni dharmiche e poi nell’Auletta dell’Aula Paolo VI per l’udienza ai monaci buddisti della Tailandia. Quindicimila i fedeli presenti oggi all’appuntamento del mercoledì, in una Roma baciata da un sole finalmente primaverile. Tra i fedeli, anche un gruppo di carcerati provenienti dalla casa circondariale di Catania e un gruppo di anziani partecipanti al Congresso dei pensionati. Poi alcuni giocatori di calcio un po’ speciali: quelli appartenenti al Campionato per persone con disordini mentali. Moltissimi, anche oggi, gli studenti, almeno un migliaio solo quelli italiani, riconoscibili dai cappellini colorati. E proprio a un gruppo di loro il Papa si è rivolto scambiando una conversazione, stringendo mani e dispensando sorrisi. È accaduto al termine del giro della jeep bianca scoperta lungo i settori della piazza: sceso dalla papamobile, Francesco si è diretto verso la prima fila delle transenne, festosamente richiamato dai ragazzi, con i quali ha intrattenuto poi una breve conversazione.
La veste bianca e la candela accesa “sono segni visibili che manifestano la dignità dei battezzati e la loro vocazione cristiana”. Lo ha detto il Papa, che con l’udienza di oggi ha concluso il ciclo di catechesi sul battesimo, soffermandosi sugli “effetti spirituali” di questo sacramento, “invisibili agli occhi ma operativi nel cuore di chi è diventato nuova creatura”. “Quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo”, ha esclamato Francesco citando san Paolo: “Dopo il lavacro di rigenerazione, capace di ricreare l’uomo secondo Dio nella vera santità, è parso naturale, fin dai primi secoli, rivestire i neobattezzati di una veste nuova, candida, a similitudine dello splendore della vita conseguita in Cristo e nello Spirito Santo”. “La veste bianca, mentre esprime simbolicamente ciò che è accaduto nel sacramento, annuncia la condizione dei trasfigurati nella gloria divina”, ha spiegato il Papa: “Che cosa significhi rivestirsi di Cristo, lo ricorda san Paolo spiegando quali sono le virtù che i battezzati debbono coltivare: ‘Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto'”.
“L’educazione cristiana è un diritto dei bambini”. Ad affermarlo, ripetendolo due volte, è stato il Papa, che nell’udienza di oggi ha concluso il ciclo di catechesi sul battesimo, primo passo dell’iniziazione cristiana. “Se si tratta di bambini, è compito dei genitori, insieme a padrini e madrine, aver cura di alimentare la fiamma della grazia battesimale nei loro piccoli, aiutandoli a perseverare nella fede”, ha spiegato il Papa, ricordando che l’educazione cristiana “tende a guidarli gradualmente a conoscere il disegno di Dio in Cristo: così potranno ratificare personalmente la fede nella quale sono stati battezzati”. “La presenza viva di Cristo, da custodire, difendere e dilatare in noi, è lampada che rischiara i nostri passi, luce che orienta le nostre scelte, fiamma che riscalda i cuori nell’andare incontro al Signore, rendendoci capaci di aiutare chi fa la strada con noi, fino alla comunione inseparabile con lui”, ha proseguito Francesco. Quel giorno, ha aggiunto citando l’Apocalisse, “non vi sarà più notte, e non avremo più bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio ci illuminerà. E regneremo nei secoli dei secoli”. Al termine delle catechesi sul battesimo, il Papa ha ripetuto a ciascuno dei 15mila fedeli presenti in piazza San Pietro l’invito espresso nell’esortazione apostolica Gaudete et exsultate: “Lascia che la grazia del tuo Battesimo fruttifichi in un cammino di santità. Lascia che tutto sia aperto a Dio e a tal fine scegli Lui, scegli Dio sempre di nuovo. Non ti scoraggiare, perché hai la forza dello Spirito Santo affinché sia possibile, e la santità, in fondo, è il frutto dello Spirito Santo nella tua vita”. La celebrazione del battesimo, ha ricordato poco prima Francesco, “si conclude con la preghiera del Padre nostro, propria della comunità dei figli di Dio. Infatti, i bambini rinati nel Battesimo riceveranno la pienezza del dono dello Spirito nella Confermazione e parteciperanno all’Eucaristia, imparando che cosa significa rivolgersi a Dio chiamandolo ‘Padre’”.