Questi ultimi giorni hanno segnato la storia, senza svalutare lo tsunami provocato dalla crisi di governo, direi che tutti li ricorderemo per il ritorno di Papa Giovanni a Bergamo.
Sono state giornate intense, e per tutti, anche per i più critici, si è acceso il desiderio di incontrare e abbracciare il Papa Buono, umile, della nostra gente, il nostro ponte tra la terra bergamasca e il cielo.
Da domenica le spoglie hanno ufficialmente lasciato la Cattedrale, cuore della nostra città e che appena dietro nasconde un edificio inaugurato 100 anni fa proprio dal nostro Papa per accogliere i primi studenti fuori sede.
Don Angelo sarà passato molte volte davanti alla Ex Chiesa di Sant’Agostino e chissà se avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe diventata una delle sedi dell’Università degli Studi di Bergamo.
Un pastore così attento alle giovani generazioni non poteva non fermarsi in questo luogo, tra gli eventi organizzati per celebrare il 50° anniversario dalla fondazione del nostro ateneo, Venerdì 1 Giugno dalle ore 11, nell’aula magna, ricavata dalla ex Chiesa di Sant’Agostino, si svolge un incontro dal titolo: “Papa Giovanni XIII e l’apertura al dialogo interreligioso e interculturale nel 900”
L’introduzione sarà affidata al Prof. Roberto Pertici, professore ordinario di storia contemporanea della nostra università che ci condurrà attraverso una fotografia del 900 verso tutti i ponti che il “Papa Buono” è stato capace di costruire attraverso un’importante opera di mediazione culturale e invito alla cooperazione tra oriente e occidente.
Nel dialogo sarà presente S.Em. Il Card. Giovanbattista Re, la cui attività pastorale non è stata solamente caratterizzata dal lavoro come prefetto della Congregazione dei Vescovi ma anche dalla Presidenza della Pontifica Commissione dell’America Latina.
Se nel 900 avevamo come poli del mondo Oriente e Occidente, oggi, soprattutto dall’inizio del Papato di Francesco, abbiamo l’Europa e le Americhe ed un nuovo profondo messaggio cristiano che vuole arrivare a toccare le periferie del mondo.
Quanto sembrava lontana la Bulgaria per Papa Giovanni, per non parlare di Cuba, ma già da allora un semplice sacerdote di campagna, come amava ricordarsi anche da Papa, era riuscito ad accarezzare il cuore dei cristiani là dove fossero più fragili.
Il dialogo tra i relatori e gli studenti cercherà di comprendere la radice di quest’opera rivoluzionaria senza l’ambizione di comprenderne il segreto per costruirne un decalogo, quello lo lasceremo alla luna che guardava Papa Giovanni, quella luna che è capace di cambiarti appena la guardi da una finestra diversa.