Ospitalità misericordiosa: più di mille notti a disposizione di chi non può permettersi le vacanze

“Un’esperienza di accoglienza, di condivisione e soprattutto di gioia, che per qualche giorno fa dimenticare il volto della sofferenza”. Con questa frase Fabio Rocchi Presidente dell’Associazione no-profit “Ospitalità Religiosa Italiana” (O.R.I.), sintetizza il senso dell’iniziativa “Ospitalità Misericordiosa 2018” nata col Giubileo del 2016 per opera del portale www.ospitalitareligiosa.it. Più di mille notti messe gratuitamente a disposizione la prossima estate da oltre 50 strutture religiose (monasteri, case di accoglienza e per ferie, seminari) dislocate in tutta Italia per dare l’opportunità a chi è indigente o in difficoltà di trascorrere un periodo di vacanza al mare, in montagna o in una città d’arte. L’iniziativa è patrocinata dall’Ufficio nazionale CEI per la Pastorale del tempo libero Turismo e Sport, guidato da Don Gionatan De Marco.
Fabio Rocchi, nato a Roma nel 1961 e residente a Varese, da noi intervistato, chiarisce il significato profondo, i criteri di accesso e le strutture religiose interessate da questo lodevole progetto giunto alla terza edizione.
Com’è nata l’idea di “Ospitalità Misericordiosa”?
«Dall’appello alla Misericordia di Papa Francesco in occasione del Giubileo. Ci siamo domandati: possiamo fare anche noi qualcosa? Ci vogliamo provare? E così abbiamo chiesto alle strutture del nostro portale chi fosse disponibile a offrire un’ospitalità gratuita. Noi ci siamo limitati ad attivare l’iniziativa, ma il grosso merito è delle strutture che si sono generosamente sobbarcate dei costi per le notti e i pasti».
Quest’anno molte persone potranno trascorrere un periodo di riposo grazie a “Ospitalità Misericordiosa 2018”. Per usufruirne a chi devono rivolgersi?
«Parrocchie e Caritas sono i soggetti che possono individuare tra i loro assistiti una persona o una famiglia cui offrire un soggiorno gratuito. Poi gli stessi enti contattano le strutture di ospitalità per prendere accordi. Mantenere al centro dell’iniziativa le Parrocchie e le Caritas evita che qualcuno possa approfittare dell’offerta senza averne titolo».
Ricettività previste in molte città come Assisi, Macerata, Venezia, Roma, Belluno, Treviso, Parma, Piacenza e Rimini. Vi sono case di accoglienza anche a Bergamo e provincia?
«La provincia di Bergamo è tradizionalmente fitta di strutture dedicate all’ospitalità religiosa. Sono però in gran parte destinate a ospitare gruppi numerosi e quindi meno confacenti a questo tipo d’iniziativa. Puntiamo più su quelle situazioni di disagio che riguardano singoli e famiglie e quindi su strutture più piccole o quantomeno destinate ad accogliere ospiti di variegata origine».
Anche ostelli o piccoli bed&breakfast ospiteranno gratuitamente?
«La disponibilità l’abbiamo chiesta a tutte le strutture del nostro portale. Ci sono naturalmente anche strutture di piccole dimensioni, come bed&breakfast, situati spesso lungo i cammini e gli itinerari che vanno sempre più sviluppandosi su tutto il territorio nazionale. Il senso dell’iniziativa è portare a questo gesto di Misericordia chiunque abbia la possibilità di farlo: che i posti letto siano uno o dieci non fa differenza».
Papa Francesco commentando l’iniziativa ha espresso gratitudine per il premuroso gesto, auspicando “un sempre più generoso impegno a favore di quanti sono bisognosi e indigenti”. “Ospitalità Misericordiosa” è dunque in linea con i costanti appelli del Pontefice a non relegare la Misericordia al solo periodo giubilare?
«È il senso di un messaggio che ci ha portati a continuare anche dopo il Giubileo. Era fin troppo “facile” mettere in piedi un’iniziativa giubilare “spot”. La vera sfida è stata continuarla e finora ci siamo riusciti. Ma non finisce qui. Per l’anno prossimo pensiamo di fare un passo avanti. Abbiamo privati che si sono offerti di pagare una settimana di soggiorno a chi è in stato di bisogno, ma punteremo anche sugli hotel laici veri e propri, per sfidarli in una sorta di gara di Misericordia. In fondo è a fin di bene!».
“Ospitalità Religiosa Italiana” ha come scopo quello di favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di ospitalità religiosa in Italia. Qual è il motivo della domanda in continuo aumento?
«In una società ormai iperconnessa, sempre più spesso registriamo l’esigenza di un momento per staccarci dalla quotidianità. L’ambiente giusto è quello dove c’è rispetto e umana accoglienza per un ospite che non viene trattato come fonte di guadagno. Per questo vogliamo che ospiti e strutture si conoscano reciprocamente ben prima del viaggio. Per questo cresce il successo di un rapporto con l’ospitalità che diventa fraterno durante e dopo il viaggio. Poi noi ci mettiamo il nostro gratuito contributo organizzativo: in fondo anche questa è una soddisfazione».
Per informazioni: www.ospitalitareligiosa.it