Un’estate di viaggi e incontri. Dall’oratorio di Cologno al Serio un pellegrinaggio in Terra Santa

L’estate come occasione di incontro, di conoscenza, di approfondimento: è questo il tema del nostro dossier, che prende spunto dalle iniziative programmate da alcuni oratori della nostra diocesi e rivolte in particolare ai giovani. Speciali pellegrinaggi, campi scuola, esperienze di carità: esperienze che aiutano a crescere.

Tutto il territorio d’Israele è molto vario, si passa dalla verdeggiante e fertile Galilea alla più arida e desertica Giudea. La terra donata da Dio al suo popolo, e che oggi si fa rientrare nell’area identificata soprattutto dai cristiani come Terra Santa è la regione meridionale che comprende, in gran parte, l’attuale Stato d’Israele. Nei secoli questo lembo di terra ha assunto le denominazioni più disparate: Terra di Canaan, Palestina, Israele, Terra Promessa, Terra Santa, Terra dell’Alleanza. Oggi lo Stato d’Israele ha raggiunto circa 7,8 milioni di abitanti che rappresentano un mosaico di gente con retroterra etnici, stili di vita, religioni, culture, e tradizioni: Ebrei 5.850.000, Arabi 1.600.000, altri 358.000. La presenza di tante razze e culture fa emergere come anche le diverse religioni rendono quest’area del Medioriente oltremodo attraente e emozionante. Non a caso, Gerusalemme,  Yerushalayim (per gli ebrei),  Al Quds (la santa per i musulmani) è la capitale delle tre religioni monoteistiche, nella quale vivono tutti i figli di Abramo: cristiani, ebrei e musulmani.

Il Santo Padre Paolo VI ha definito la Terra Santa il «il quinto Vangelo». Conoscere questa terra, la sua storia millenaria, il suo ambiente umano, geografico e culturale contribuisce efficacemente a una più vitale comprensione del messaggio della Sacra Scrittura.

Per ciascun credente peregrinare in Terra Santa significa andare alla radice del suo essere cristiano, andare nell’unico luogo nel quale il Figlio di Dio, Gesù di Nazaret, si è incarnato «hic…verbum caro factum est». “Il Pellegrino non è un autodidatta che cammina senza alcuna meta ma, al contrario, i suoi passi si sommano a quelli di tante altre vite che, in altri tempi, hanno fatto lo stesso percorso. Il pellegrino si alimenta della sapienza dei suoi predecessori e si incammina verso luoghi ben concreti, colmi di storia, che parlano di una trasformazione interiore.”Così scrive padre Francesco Cavallini nella sua lettera ai Pellegrini verso la Terra Santa. Indubbiamente un luogo ricco di fascino. Questo è molto altro ha spinto 15 giovani della parrocchia di Cologno al Serio ad accettare la proposta del loro curato don Gabriele e , sotto la guida di padre Francesco Cavallini, visitate la Terra Santa dal 13 al 29 agosto.

“Ho deciso di partire per approfondire la mia fede” dice Daniele. “Voglio vedere con i miei occhi i luoghi in cui tutto è iniziato.”, prosegue Veronica. E aggiunge Andrea:”mi attira la diversità di quel luogo”. Giovanni: “Mi affascina l’idea di una città così divisa, ma ricca di cultura. Gerusalemme è sempre Gerusalemme”. Un po’ come “la mamma è sempre la mamma”.

Il programma non è ancora bene definito. Certo ci vorrà spirito di adattamento e voglia di aprirsi a luoghi molto diversi da quelli a cui questi ragazzi sono abituati. “A volte dormiremo per terra, a volte sui letti. Spesso ci cucineremo la cena noi, faremo delle belle escursioni e qualche bel bagno”, afferma padre Cavallini nella sua lettera.

Tre settimane da Gerusalemme  a Betlemme, dal Mar Rosso fino al caldo del deserto di Giuda, nel nulla più totale, nel silenzio più assoluto di uno dei luoghi dall’aspetto più primordiale che si possa visitare in Israele, luogo ideale, per chi desideri perdere il contatto con il mondo moderno per qualche giorno ed entrare in profondo contatto con la natura, il silenzio e se stessi. Non a caso il Deserto di Giuda fu scelto come luogo di residenza da gruppi di asceti come gli Esseni dei tempi di Gesù e monaci cristiani nei secoli successivi alla diffusione del Cristianesimo, e lo stesso Gesù come ricordano i Vangeli, vi digiunò per 40 giorni.

Citando ancora la lettera di padre Cavallini:”Il pellegrinaggio è, fondamentalmente, ognuno di noi inizia da un luogo ben distinto: dal proprio cuore […] conosciamo noi stessi? Non saremo, forse, per noi stessi il grande sconosciuto?