“E’ fuori di sé… E’ posseduto da Beelzebul”. Gesù l’incompreso

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni” (Vedi Vangelo di Marco, 3. 20-35).

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Gesù è talmente occupato con la molta gente che lo cerca, da non riuscire neppure a trovare il tempo per mangiare. Allora i suoi parenti si danno da fare per riportarlo a casa, perché, dicono, “È fuori di sé”. Per indicare non tanto una qualche forma di pazzia, ma un comportamento strano.

I farisei accusano Gesù e Gesù denuncia il “peccato contro lo Spirito Santo”

Gesù fa discutere i suoi parenti, ma fa discutere anche le autorità di Gerusalemme che, di fronte al movimento che sta nascendo attorno a Gesù, si inquietano e mandano per una ispezione. L’accusa per Gesù da parte loro è che è posseduto dai demoni. Accusa gravissima. In realtà Gesù sta liberando la gente dalla prigionia del demonio. Dunque, fa notare Gesù, se lui vince Satana con i suoi gesti liberatori non è possibile che questo avvenga per istigazione dello stesso Satana: se fosse così, Satana sarebbe diviso da Satana.

Gli accusatori di Gesù stanno commettendo il più grave, il più imperdonabile dei peccati: il peccato contro lo Spirito Santo. I farisei, cioè, non capiscono che lo Spirito è presente nelle azioni e nella parole di Gesù e quindi accusando Gesù di essere posseduto da Satana rifiutano lo Spirito che agisce in lui.

Ma non sono soltanto i tutori dell’ortodossia a non capire Gesù, ma anche i suoi parenti, i suoi familiari. Gli dicono che lo stanno cercando. “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”, chiede Gesù. E “Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre”.

Gesù non rinnega i legami di carne. Semplicemente li supera e li sublima. La “carne” finisce, il Signore no. Lui è il vero garante dei legami.

I mondi chiusi della “carne”, la libertà del Vangelo

Il demonio e la carne (“carne” nel linguaggio biblico designa l’uomo fragile, mortale, peccatore) sono mondi chiusi. L’irruzione del Signore e del Vangelo sono eventi liberatori. Il tentativo dei parenti è quello di riportare a casa Gesù. Invece di lasciargli percorre il mondo e abbattere i muri che tengono chiusi gli uomini, vorrebbero richiuderlo in casa, riportarlo nell’ordine ristretto degli affetti familiari.

E’ la tentazione di sempre. Si vuole “usare” Gesù e il Vangelo per confermare le nostre chiusure. Invece di accoglierlo per scardinarle.