Papa Giovanni e l’attenzione al mondo del lavoro. Il cardinale Scola: «Non dimenticare i soggetti più fragili»

La peregrinatio sta per volgere al termine e questa domenica l’urna di Papa Giovanni tornerà a Roma, ma l’affetto della gente non stenta a diminuire. In molti, infatti, sono accorsi al santuario nella serata di ieri e altrettanti erano presenti all’eucarestia presieduta dal cardinale Angelo Scola. Dall’inizio della peregrinatio sono passati davanti all’urna con le spoglie di Giovanni XXIII, secondo le ultime stime, oltre 100 mila visitatori. La messa verteva sulla tematica del lavoro, un argomento delicato che il cardinale Scola ha saputo trattare con sensibilità e cura mettendo in risalto sia le parole del Vangelo che quelle di San Giovanni XXIII.
“Ringrazio tutti, ciascuno di voi a partire dal vostro vescovo Francesco per l’invito a celebrare questa eucarestia perché la messa rende presente l’opera delle opere”: inizia così la sua omelia il cardinal Scola riferendosi alla morte e resurrezione di Cristo e proseguendo con le parole del santo. “Papa Giovanni, il primo maggio del 1954, si rivolge ai lavoratori con parole semplici ‘Penso a tutti coloro che sono nel mondo del lavoro’, un semplice pensiero che però ricorda a tutti che i lavoratori sono presenti nei pensieri di chi allora era il patriarca di Venezia, una città in cui fu dedicata la prima chiesa a Gesù lavoratore. Angelo Roncalli manifestò ancora una volta la sua cura nei confronti dei lavoratori sempre a Venezia quando salutò e augurò buon viaggio ai migranti veneziani in partenza per l’Australia”.
Dopo aver sottolineato la dedizione e la cura di Papa Giovanni nei confronti del mondo del lavoro, il cardinal Scola continua lasciandosi guidare dalla parola di Dio: “L’origine del lavoro la si può ben notare nella genesi nel momento in cui a Eva e Adamo viene assegnato il compito di coltivare e costudire il giardino dell’Eden e questa è una grande responsabilità che Dio in persona ci consegna. Come abbiamo potuto ascoltare nel Vangelo, l’uomo ha il dovere di coltivare il proprio talento perché altrimenti manchiamo alla responsabilità che il Signore ci affida”.
“Papa Giovanni – prosegue il cardinale tornando alla figura del santo – spesso si ritrova ad osservare il ritorno dei lavoratori alle loro case dopo una dura giornata di lavoro e nei loro occhi non intravedeva nient’altro che la felicità e la serenità del ritornare a casa dalla sposa e dalla famiglia. San Giovanni XXIII scrutava i volti di ognuno di loro con l’affetto di padre. Voi siete qui oggi per onorare Papa Giovanni, ma vorrei farvi riflettere su un interrogativo. Cosa significa lavorare? Quale strada bisogna intraprendere? Nell’odierno momento storico segnato dalla globalizzazione e dell’immigrazione, esistono molte difficoltà, ma ricordiamo sempre che Dio ci ha invitato a collaborare e a lavorare con Lui. Il nostro rifiuto ci rendere degli irresponsabili ai Suoi occhi e bisogna fare attenzione per non cadere nelle tentazioni che incontriamo. Il rischio che si corre è quello di abbandonare il campo della responsabilità e di accontentarsi di vedere andare bene la nostra vita nel nostro piccolo, ma la realtà ci strappa da questa illusione. La realtà ci propone i bisogni dei fratelli e questa società può progredire solo se è disposta ad accompagnare i soggetti più deboli come i bambini, gli anziani, i malati, i migranti e tutte le persone bisognose d’aiuto. Nella preghiera chiediamo la grazia di riconoscerci fratelli e poniamo al centro la pace. La pace odierna è fragile e continuamente ostacola dal terrorismo e dalle prepotenze. Aiutiamo Dio a costruire la pace come il caro Papa Giovanni ci ha ricordato in ‘Pace in terris’ con i quattro cardini di verità, giustizia, amore e libertà. Tutti dobbiamo prenderci questo impegno sia in pubblico che in privato. La presenza dell’urna di Papa Giovanni sia una spinta ulteriore a costruire l’amicizia e faccia nascere il gusto e il desiderio dell’opera comune perché possiamo essere la gioia scintillante che Papa Roncalli auspicava”.
Parole forti a cui la folla ha risposto con un applauso alla fine della messa che ha abbracciato il cardinale Scola. Pace e lavoro al centro di una preghiera che si deve fare impegno per costruire un domani migliore.