La carezza di Papa Giovanni XXIII a Bergamo diventa segno concreto: apre la casa Amoris Laetitia per i bambini malati

La carezza che Giovanni XXIII ha portato nella diocesi di Bergamo durante i giorni della peregrinatio ora diventa vita. Come segno concreto di questo passaggio del Santo Papa Giovanni XXIII, il vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi ha infatti comunicato l’apertura da parte della diocesi di “Casa Amoris Laetitia”, un servizio extra-ospedaliero per minori con patologie pediatriche complesse, croniche e di fine vita. Un sostegno per loro e per le loro famiglie. Il vescovo ha dato l’annuncio ieri durante la Messa conclusiva della peregrinatio delle spoglie di Papa Giovanni XXIII. Un evento che in 18 giorni ha portato a Bergamo e Sotto il Monte oltre 250 mila pellegrini. La casa “Amoris Laetitia” opererà, come ha sottolineato il vescovo, “in un ambito per ora scoperto, in cui sono state attivate finora pochissime risposte”. La carezza del Papa Santo diventa così impegno affettivo e effettivo. “Sarà un servizio extra ospedaliero per i minori più deboli e malati, con patologie complesse”, spiega monsignor Beschi. “Casa Amoris Laetitia” sarà aperta a Bergamo per dimostrare ancora una volta la vicinanza della diocesi alle famiglie in situazione di difficoltà e dolore. “Si rivolge ai bambini e alle loro famiglie, ai piccoli in situazioni fragilità, con un’area individuata sul nostro territorio per dare supporto e servizi extra-ospedalieri” ha concluso il vescovo. La nuova casa è gestita dalla Fondazione Angelo Custode della diocesi di Bergamo a cui fanno riferimento diversi servizi nell’ambito della disabilità. La struttura aprirà in via Conventino, dove già sono dislocati i servizi della Fondazione Angelo Custode. Potrà ospitare fino a 10 minori in forma residenziale, ma assicurerà anche servizi di sostegno e sollievo, di permanenza diurna e di accoglienza di genitori e figli. L’ambiente è stato allestito in modo da assicurare un clima intimo, caldo, familiare. I lavori sono stati eseguiti con risorse della diocesi ed è in corso anche la procedura di accreditamento in Regione Lombardia. Un ambiente come questo tende a limitare al minimo i periodi che i piccoli pazienti affetti da terapie complesse devono trascorrere in ospedale, valorizzando invece il ruolo della famiglia e offrendole la possibilità di trovare vicinanza, rispetto, e affiancarla nella ricerca di senso in momenti difficili.