Il vescovo Francesco:”Accompagniamo i giovani a scoprire la loro vocazione”

“Chiesa” è una parola dal significato tutt’altro che scontato. La sua etimologia ricorda la risposta alla chiamata del Signore. Le vocazioni, dunque, sono le fondamenta su cui si appoggia tutto il mondo ecclesiale. Comunità, vocazioni e giovani saranno i tre temi centrali della prossima lettera pastorale come annunciato nell’assemblea del clero, datata 13 giugno, dal vescovo Francesco Beschi.
“Il titolo della lettera dello scorso anno pastorale era ‘Un cuore che ascolta’ –spiega il vescovo Francesco – Il cuore, naturalmente, è quello delle comunità che devono essere capaci di mettersi in ascolto dei più giovani e dalle loro voci umane perché tra esse vi è la voce del Signore. Per far sì che ciò avvenga bisogna sostenere non solo l’esercizio dell’ascolto e dell’interpretazione, ma anche quello del camminare. Camminando con i giovani possiamo dare concretezza alla nostra cura nei loro confronti”.
Dopo la ripresa dell’argomento guida dello scorso anno pastorale, il vescovo Francesco ha proseguito concentrandosi sulle tematiche da sviluppare prossimamente. “Lo sguardo sarà il filo rosso della prossima lettera pastorale. Sarà uno sguardo accompagnato dalla Parola e concentrato sulla dimensione vocazionale, nonostante il soggetto rimanga sempre la comunità che sarà chiamata a mantenere i rapporti intergenerazionali combattendo l’isolamento dei giovani e chiedendosi come le nuove generazioni si pongono nella nostra epoca”.
“Un altro argomento che tratterò nella lettera pastorale sarà il tema della dimensione vocazionale –prosegue il vescovo Francesco -. Qui ci inoltriamo in un oceano di prospettive in cui ci lasceremo guidare dall’icona evangelica dell’annunciazione seguendo l’esempio di Papa Francesco nella lettera per la giornata mondiale della gioventù dell’anno corrente. La vocazione è ormai vista come una sorpresa e, allo stesso tempo, come uno scandalo perché negli orizzonti odierni di qualsiasi uomo e di qualsiasi donna non vi è alcuna traccia di tale possibilità. La vita è incentrata sulla propria persona, si parla sempre di più di autonomia e di autorealizzazione che sfociano in solitudine e quando, nel nostro guardarsi allo specchio, spunta un altro sguardo siamo sorpresi. Siamo sorpresi perché lo sguardo dell’altro si pone su di noi gratuitamente e senza alcun motivo di opportunità. Ci chiediamo anche cosa voglia da noi uno sguardo simile e la domanda lavora al tal punto da creare un legame tra la libertà personale e quello sguardo. Le comunità, in questo caso, devono coltivare il legame creatosi riprendendo la dimensione vocazionale della vita. La vocazione è un’esperienza di desiderio e bisogno che ci interroga sul senso della vita e apre al futuro. Tutti dovremmo scoprirci discepoli del Signore seguendo il Maestro e ricalcando le sue orme alla sua sequela”.
“La lettera proseguirà con quattro verbi che faranno da cardine al percorso intrapreso: pregare, testimoniare, discernere e respirare. La dimensione vocazionale richiede la preghiera che è l’unico modo per vivere bene la vocazione. Il verbo ‘testimoniare’, invece, indica come la nostra presenza sia una risposta alla chiamata Dio. Gli adulti delle nostre comunità devono essere messi nella condizione di testimoniare come loro percepiscono la dimensione vocazionale, come la vivono e come la sperimentano. In questo ambito non è trascurabile la dimensione educativa che si articola tra scuola, oratorio e famiglia, né tanto meno la dimensione comunitaria. Spesso nelle parrocchie si sperimentano esperienze residenziali in cui i giovani vivono insieme nella casa vicino all’abitazione del parroco o del curato e ciò è un fattore positivo perché sono esperienze che fanno parte del camminare insieme. Così facendo si offrono ai giovani degli spunti di riflessione e delle occasioni di servizio molto interessanti. ‘Discernere’ è il terzo verbo preso in esame. Da cristiani dobbiamo fare l’esercizio spirituale di interpellarci su cosa realmente voglia il Signore. Aiutiamo i membri delle parrocchie nel loro percorso di fede anche suggerendo opportunità che possono sembrarci adatte alle persone con cui interagiamo. L’ultimo punto è il ‘respirare’. Dobbiamo fare in modo che nelle comunità si respiri l’atmosfera vocazionale perché la vocazione non sia un tormentone, ma un clima accogliente”.
Nella lettera per l’anno pastorale 2018-2019 saranno sviluppati anche gli argomenti riguardanti le comunità ecclesiali territoriali, le fraternità presbiterali, la situazione attuale del seminario con i rispettivi cambiamenti e la peregrinatio di Papa Giovanni che ha mostrato una santità in grado di interpellarci. Temi che guideranno le parrocchie all’obiettivo di curare la dimensione vocazionale sotto ogni suo aspetto e rendendo le comunità protagonista in questo cammino.