L’importante è pregare. Tutto l’ambaradan del CRE avanza. Ma Chiara, monaca, non è d’accordo

Domani, nella mia parrocchia inizia il CRE. Ho avuto una discussione con un mio amico il quale sostiene che questa è attività di supplenza da parte della Chiesa. La Chiesa non deve fare Cre e attività sportive o altro. E mi ha citato i monaci. “Loro fanno preghiera e poco altro. Quello è l’essenziale il resto in fondo avanza tutto”. Io non sono d’accordo. Tu cosa pensi?

Non sono d’accordo con il tuo amico, carissimo! La Chiesa si prende cura dell’uomo nella sua totalità e non solo di qualche ambito della sua vita.

Il monaco non è la Chiesa e non si limita pregare

L’esempio del monaco che si dedica alla preghiera non è perciò pertinente alla questione in causa: innanzitutto, perché il monaco non è la Chiesa e non esaurisce la missione del Corpo di Cristo; in secondo luogo perché egli non “fa’ solo preghiera e poco altro” come se la prima fosse più importante del resto. Il monaco, invece, trasforma in preghiera tutti gli ambiti della sua vita quotidiana, come il lavoro, lo studio, le attività culturali e… guarda un po’, anche quelle ricreative!

Nella Chiesa ognuno ha il suo compito, la sua missione! I monaci sono chiamati a rendere visibile il mandato orante della Chiesa, quella che dà vigore ed energia all’intero Corpo Mistico, ma tutto il resto? “Il resto” citato dal tuo amico, non avanza per nessun motivo, al contrario è il terreno nel quale la Chiesa, grazie alle diverse vocazioni, semina la buona semente del Vangelo.

Che la missione della comunità cristiana non si esaurisca e non si identifichi nei Cre e nelle attività sportive, ludiche, ecc è fuori dubbio, ma credere che il suo compito escluda questi ambiti, è un grande errore.

Mi sta a cuore tutto l’uomo

A Cristo sta a cuore l’uomo nella sua globalità! La Chiesa è chiamata ad essere presente proprio là dove le persone vivono: famiglia, scuola, lavoro, sport, tempo libero, fragilità di ogni tipo, per portare l’Amore del Padre che si fa carico della vita di ciascuno nella sua interezza e per dire a tutti che Egli è presente nella storia di ogni persona.

Lo storico slogan “I care” di don Milani, può essere un riassunto encomiabile della missione di Cristo sulla terra e della sua Chiesa in ogni epoca storica. Attraverso l’opera della Chiesa, nei diversi ambiti della società, Cristo continua a ripetere a ciascuno: “Mi sta a cuore la tua crescita umana e spirituale, per questo scelgo di raggiungerti là dove tu vivi, giochi, lavori, soffri, ecc. affinché tu possa conoscere e sperimentare la mia passione per te!”.

Mi sta a cuore anche il CRE

Perché, allora, escludere dalla cura della Chiesa il tempo libero dei ragazzini che in tempo di vacanza vivono nell’ozio? Perché considerare estranea alla sua missione l’impegno estivo di moltissimi oratori?

Proviamo a ricordare i pionieri degli oratori come san Filippo Neri e san Giovanni Bosco! Non sono forse stati strumenti di salvezza per tanti giovani e ragazzi?

I CRE non sono attività di supplenza per la Chiesa, ma un modo, non l’unico, per concretizzare la sua missione a servizio di tutto l’uomo.

E… non è forse questa una modalità per essere “Chiesa in uscita”?