Papa Francesco: “Il mondo ha bisogno di cristiani con il cuore di figli”

“Questa udienza si svolge in due posti: noi qui in piazza e in Aula Paolo VI più di 200 malati che seguono col maxischermo l’udienza. Tutti insieme formiamo una comunità: salutiamo con un applauso salutiamo quelli che sono nell’Aula!”. Il Papa ha cominciato con queste parole, a braccio, l’udienza di oggi, proseguendo il ciclo di catechesi dedicate ai comandamenti, iniziato mercoledì scorso. “Nella Bibbia i comandamenti non vivono per sé stessi, ma sono parte di una relazione, quella dell’alleanza fra Dio e il suo popolo”, ha spiegato Francesco citando l’Esodo, in cui si legge: “Dio pronunciò tutte queste parole”. “Niente nella Bibbia è banale”, ha sottolineato il Papa: “Il testo non dice: ‘Dio pronunciò questi comandamenti’, ma ‘queste parole’. La tradizione ebraica chiamerà sempre il Decalogo ‘le dieci Parole’. E il termine ‘decalogo’ vuol dire proprio questo. Eppure hanno forma di leggi, sono oggettivamente dei comandamenti”. “Che differenza c’è fra un comando e una parola?”, ha chiesto il Papa ai 13mila presenti oggi in piazza San Pietro: “Il comando – la risposta – è una comunicazione che non richiede il dialogo. La parola, invece, è il mezzo essenziale della relazione come dialogo. Dio Padre crea per mezzo della sua parola, e il Figlio suo è la Parola fatta carne”. “L’amore si nutre di parole, e così l’educazione o la collaborazione”, ha detto Francesco: “Due persone che non si amano, non riescono a comunicare. Quando qualcuno parla al nostro cuore, la nostra solitudine finisce”. “Riceve una parola, si dà la comunicazione”, ha proseguito a braccio: “e i comandamenti sono parole di Dio, Dio si comunica in queste dieci parole e aspetta la nostra risposta”.
“Il mondo non ha bisogno di legalismo, ma di cura. Ha bisogno di cristiani con il cuore di figli. Non dimenticatevi questo”. Con queste parole il Papa ha concluso la catechesi dell’udienza di oggi, la seconda dedicata ai comandamenti. “L’uomo – ha detto Francesco – è di fronte a questo bivio: Dio mi impone le cose o si prende cura di me? I suoi comandamenti sono solo una legge o contengono una parola per curarsi di me?”. “Dio è padrone o Padre? Cosa pensate voi?”, ha chiesto ai 13mila presenti oggi in piazza San Pietro: “Dio è padre, non dimenticatevi mai questo, mai! Anche nelle situazioni più brutte, pensate che avete un padre che ci ama tutti”. “Siamo sudditi o figli?”, l’altra domanda rivolta alla folla. “Questo combattimento, dentro e fuori di noi, si presenta continuamente”, la tesi del Papa: “Mille volte dobbiamo scegliere tra una mentalità da schiavi e una mentalità da figli. Il comandamento è dal padrone, la parola è dal padre”. “Lo Spirito Santo è uno Spirito di figli, è lo Spirito di Gesù”, ha ricordato Francesco: “Uno spirito da schiavi non può che accogliere la legge in modo oppressivo, e può produrre due risultati opposti: o una vita fatta di doveri e di obblighi, oppure una reazione violenta di rifiuto. Tutto il cristianesimo è il passaggio dalla lettera della legge allo Spirito che dà la vita”. “Gesù è la Parola del Padre, non è la condanna del Padre”, ha esclamato il Papa: “Gesù è venuto a salvare con la sua parola, non a condannarci”, ha aggiunto fuori testo. “Si vede quando un uomo o una donna hanno vissuto questo passaggio oppure no”, ha assicurato Francesco: “La gente si rende conto se un cristiano ragiona da figlio o da schiavo. E noi stessi ricordiamo se i nostri educatori si sono presi cura di noi come padri e madri, oppure se ci hanno solo imposto delle regole. I comandamenti sono il cammino alla libertà, perché sono la parola del Padre che ci fa liberi in questo cammino”.