Testimonianza, lotta, presenza… Certo cristianesimo impegnato sembra tagliar fuori molta, troppa gente

Una seduta di fisioterapia presso l’Istituto Palazzolo di Grumello del Monte

Sento parlare spesso di impegno, di responsabilità, di lotta, di presenza (ho in mente dei movimenti ecclesiali che della “presenza” dei cristiani fanno una bandiera). Ma allora che cosa devo dire di Delfi, un’amica dell’Istituto Palazzolo di Grumello, morta un paio di anni fa, sempre a letto, senza mai spicciare una parola, sempre e in tutto dipendente dagli altri? Non pensi che una certa enfasi sull’impegno ci faccia dimenticare le beatitudini? Luca

Caro Luca, la domanda che mi poni è interessante e interpella i cristiani di ogni tempo. Mi sembra ci siano due facce del medesimo volto. Cerco di tradurla anche così: dove si rende meglio visibile il Vangelo, in un impegno attivo in cui essere protagonisti, o in una passività, di un corpo inattivo che  lascia fare al Signore? Il Vangelo  è la via per ogni vocazione e le beatitudini ne sono la Carta magna a cui tutti i credenti si devono riferire.

Impegnarsi e testimoniare si deve

L’impegno cristiano non può essere paragonato a una militanza politica, ma a una dimensione testimoniale, a  una partecipazione alla missione evangelizzatrice di Gesù che continua nella Chiesa. Aver ricevuto la fede in dono, vissuto l’esperienza di essere figli amati e salvati da un Dio che per noi tutto si è donato, non può essere una esperienza da relegarsi nella sfera privata e intimistica, ma è un “fuoco ardente” che consuma, è diffusivo e spinge a un annuncio missionario. Siamo chiamati ad essere sale della terra e luce del mondo, proprio nella vita vissuta secondo le beatitudini, lì nelle situazioni concrete del quotidiano, continuando il mistero dell’Incarnazione. Forse viviamo in un tempo nel quale la testimonianza cristiana ha offuscato la sua bellezza e, il richiamo alla responsabilità, è un invito a recuperare lo splendore di un dono che non può essere nascosto, ma deve essere portato in ogni luogo perché tutti ne possano cogliere l’annuncio. Il Vangelo non è un messaggio di potenza, ma di sapienza, di debolezza fecondata dalla grazia, del  mistero pasquale che trasforma ogni morte in vita. Non si tratta quindi di fare della presenza cristiana una bandiera, ma di offrire al mondo il dono ricevuto, come la perla preziosa per la quale vendere ogni altro bene, per offrire la via verso la pienezza della vita umana, fuggendo le insidie della mondanità e della superficialità che ne attentano la dignità.

Chi è senza forze e chi è senza fortuna

Allora, caro Luca, non parlerei tanto di enfasi, ma di un recupero per lo “zelo” del Signore e per la costruzione del suo Regno in mezzo a noi. A tale missione non si partecipa però, solo in una maniera attiva, ma in un modo misterioso, anche attraverso un’esistenza apparentemente inutile, inattiva, passiva, come quella della tua amica Delfi o tanti altri che per motivi differenti, vivono un’ infermità, una malattia degenerativa,  un deficit fisico o psicologico. Essi ci ricordano  il valore dell’esistenza vissuta in comunione con Cristo e le sue sofferenze;  nella comunione dei santi essi, sono forieri di una fecondità sorprendente, conosciuta a Dio,  che forse vedremo quando saremo faccia a faccia con Lui. Inoltre ci testimoniano che, in un mondo basato sull’esteriorità e sull’efficienza, che la vita vale per sé stessa e non per quanto produce o realizza; ci rivelano la forza della mitezza e di una consegna che sa fare spazio a Dio e al suo disegno misterioso, ai suoi pensieri e alle sue vie cosi differenti dalle nostre. La sfida per tutti è quella di un itinerario di fede vissuto nella comunione con il Signore e in un’ adesione alla sua vita, per poterla rivivere nella nostra dentro una concretezza quotidiana fatta di gioie e di fatica, di salute e di malattia, di responsabilità sociale o di umile servizio.

Lì il Vangelo potrà risplendere, non come qualcosa di dovuto, ma di una vita che scaturisce dal cuore e che dà forma a tutto l’essere e l’agire. Solo così potremo  continuare a scrivere una storia di salvezza!