Il diario dei pellegrini. L’arrivo a Lariano. Lorenzo: il cammino mi aiuta a riflettere sulla mia vita

Da Genazzano a Lariano, altri 25 chilometri a piedi, ancora acquazzoni, sorrisi, nuovi incontri. Continua il diario di bordo degli “inviati” dell’Ufficio pastorale per l’età evolutiva lungo il percorso del pellegrinaggio da Ortona a Roma per incontrare Papa Francesco e partecipare all’incontro “Siamo qui” l’11 e 12 agosto, al quale sono attesi oltre 50 mila giovani italiani.

Altri venticinque chilometri: ogni giorno la meta sembra più vicina. Il cammino da Genazzano a Lariano è stato più facile, grazie alla strada pianeggiante. C’è stato qualche breve acquazzone, sì, ma ha contribuito a rinfrescare i viaggiatori più che a ostacolarli. I trecento bergamaschi, ormai a un passo da Roma, a due giorni dall’incontro con gli altri pellegrini e con il Papa, hanno volti sorridenti e sguardi limpidi.
Il pellegrinaggio è per tutti una pausa di silenzio in cui la lentezza dei passi prende il posto dei ritmi forsennati della routine quotidiana. Il pensiero è libero, ed è come se si sollevasse un po’ in volo, trasportato dalle nuvole, seguendo il filo delle esperienze dei santi (San Tommaso, San Benedetto, Santa Scolastica, ognuno ha fornito una traccia). Come se si potesse guardare la propria vita dall’alto: i contorni diventano più chiari, più nitidi. Un’esperienza più forte proprio perché condivisa con molti compagni di viaggio, persone prima sconosciute, con cui si crea, inaspettatamente, un legame speciale.

Lo racconta Paola Poloni, 17 anni, studentessa del liceo classico Sarpi: “In questi giorni l’incontro più bello è stato quello con i miei compagni di viaggio, quelli del mio gruppo e quelli che ho conosciuto qui, lungo il cammino. La scoperta più entusiasmante è che anch’io lungo la strada posso rendermi utile sostenendo gli altri nella fatica in modo semplice, solo parlando e buttandomi un po’, superando la timidezza”.
Intensa l’esperienza di Lorenzo, dell’oratorio di Pradalunga, 17 anni: “Ho scelto di impegnarmi in questo cammino per prendermi una pausa, riflettere sulla mia vita e capire alcune cose di me stesso. Ho ragionato su alcuni miei atteggiamenti anche grazie alla guida di un prete, che mi ha aiutato a fare luce e ad approfondire alcuni aspetti della mia vita”.
Ci sono spazi speciali, nella giornata, che danno slancio alla riflessione e si concentrano soprattutto la sera: sono i gruppi “a tu per tu”, ognuno condotto da un sacerdote, in cui si riuniscono al massimo quindici, venti giovani e alla fine della giornata, a partire da precise domande e sollecitazioni, condividono le proprie esperienze. E infine la compieta, la preghiera della sera. Giovedì altri 25 chilometri, fino a Marino, frazione di Cava dei Selci. Venerdì altri venti, con l’arrivo a Roma. Qui, però, i passi consumano sì energie, ma allo stesso tempo le moltiplicano. Con una stanchezza “buona” che produce allegria e un invincibile senso di pienezza.

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