Alla chat WhatsApp di classe non si sfugge. Che nostalgia il faccia a faccia

“Ma tu non ci sei, vero?!”. “Beh, dipende in che senso. Non ci sono del tutto con la testa, sì, in effetti sì. Per il resto sono presente. O almeno ci provo”. In genere con l’ironia mi salvo, ma in questo caso no. Alla chat WhatsApp di classe non si sfugge. “Guarda che ti conviene fanne parte, così ti tieni aggiornata su tutto e non ti dimentichi quando c’è da portar qualcosa”.
Questa mamma non la conosco, ma deve avermi già ben sondata. Come ha fatto a intuire che i promemoria scritti su foglietti volanti e messi in mano ai miei figli a me non giungono o li perdo?! Come ha fatto a capire che io son quella che arriva di corsa, quella alla quale sono i bambini a dover ricordare le cose?!
Mistero, forse lo dice a tutte le mamme, forse ce l’ho scritto in faccia. Fatto sta che, malgrado le saggissime motivazioni che ne sono alla base, a me le chat stanno proprio antipatiche. Non sopporto le chat WhatsApp di lavoro, ormai usate più spesso di mail e telefonate, non sopporto le chat di condominio, ancor meno sopporto quelle legate alla scuola.

Notare che fino ad ora ero quasi riuscita a dribblarle. Già al nido ci avevano provato. Ringrazio quel papà, incontrato per caso un pomeriggio all’uscita, che mi aveva detto: “Non farlo. Non entrarci. Arrivano anche cinquanta messaggi al giorno, tra chi chiede se qualcuno ha trovato il calzino di suo figlio, chi comunica che il bimbo ha la febbre, chi ringrazia, chi scrive “io no”, chi cerca consigli per lo svezzamento”. Poi è arrivata la scuola materna. Con la bimba più piccola l’ho scampata, con quello più grande mi ci son trovata infilata dentro. Sì, deve avermi aggiunta qualche mamma che per qualche strano motivo aveva il mio numero di telefono.

E niente, una volta dentro non ne esci. Perché non vuoi certo passare per la madre degenere che non si interessa alla vita scolastica dei figli. Perché non si sa mai che certe comunicazioni importanti ti sfuggano dato che passano solo da lì. Così speri nel buonsenso delle mamme. Suvvia, è inutile che tutte dicano “grazie” quando la rappresentante ricorda una scadenza, è inutile parlare di malattie (che se i bambini devono farle è meglio che le facciano e via), è ancor più inutile litigare o far polemica.
Alla fin fine mi è ancora andata bene, ho ascoltato racconti pazzeschi, al confronto la chat nella quale mi hanno imbrigliata è quasi muta.

Certo, in parallelo a quella di classe sorgono poi le chat dei regali di compleanno. Ma a quelle ho imparato a dire di no, mi faccio immediatamente rimuovere e via. Senza alcun senso di colpa, con la consapevolezza che parlarsi faccia a faccia resta ancora oggi, ne 2018, il mezzo che più amo per comunicare.