Dai vicariati alle Cet: una nuova relazione tra Chiesa e mondo, tra fede e vita

I vicariati appartengono ora alla storia passata della nostra diocesi. Con la firma del vescovo Francesco Beschi, apposta pubblicamente durante l’Assemblea del Clero sui tre decreti istitutivi, nascono ufficialmente nella diocesi di Bergamo le Comunità ecclesiali territoriali e le Fraternità presbiterali. Non più vicariati, che nel 1979 diedero nuova forma al territorio, non più Consigli presbiterali e pastorali vicariali, ma un nuovo volto che da oggi andrà a costituirsi gradualmente con la composizione dei nuovi organismi e la nomina dei nuovi membri. Alla base della riforma, nata dopo un periodo di analisi e di riflessione, la finalità di costruire una nuova relazione tra Chiesa e mondo, tra fede e vita, valorizzando la responsabilità dei laici, le loro competenze e mantenendo alla base l’annuncio e la testimonianza del Vangelo. Tredici sono le Cet che vedranno una nuova suddivisione territoriale rispetto a quella precedente dei vicariati. Per ciascuna di esse è stato nominato dal vescovo un Vicario territoriale al quale si affiancherà un Consiglio pastorale territoriale, che vedrà al suo interno la Giunta presbiterale, cinque coordinatori delle “terre esistenziali”, i membri laici indicati dalle Fraternità presbiterali, i membri indicati dalle Comunità religiose e dalle aggregazioni laicali presenti sul territorio e un segretario. Per quanto riguarda le Fraternità presbiterali, oltre a quelle formate da gruppi di sacerdoti presenti sul territorio, ne sono state istituite quattro particolari, collegate a luoghi con una presenza significativa di sacerdoti: il Seminario, la comunità dei Preti del Sacro Cuore, il Patronato San Vincenzo e la Casa di riposo Piccinelli di Scanzorosciate. Il tema della fraternità sacerdotale è stato approfondito dal vescovo anche durante il recente incontro con i preti anziani, ribadendo la dimensione spirituale, formativa, pastorale e relazionale su cui le Fraternità presbiterali si fondano. “La Fraternità presbiterale è anzitutto testimonianza e segno per le comunità cristiane. – ha detto monsignor Beschi – A ciascuna di esse sarà richiesto di comporre una Carta, che non consiste nella definizione di un calendario di appuntamenti e di proposte, ma di un impegno a perseguire, rispetto all’identità di ciascuna Fraternità, le dimensioni che ne stanno alla base”. Su proposta dei presbiteri di ogni Fraternità il vescovo nominerà un Moderatore che resterà in carica per cinque anni e potrà essere rieletto una seconda volta consecutiva.