Pro-Vocati dal Vangelo. AAA… padri e madri cercansi. Servono modelli validi di riferimento

Pro-Vocati dal Vangelo. AAA… padri e madri cercansi! La Chiesa in questo tempo si interroga sui giovani, si mette in ascolto della loro vita e, soprattutto, dello Spirito di Dio. Chi sono i giovani di oggi? Dove sono? Che cosa cercano? Chi li aiuta nel loro cammino? Quali i modelli di riferimento?

È un dato di realtà affermare che oggi i giovani spesso presentano delle fragilità, ma è anche vero che, nonostante le molteplici agenzie sembrano strattonarli in modo palese o celato, sono in tanti alla ricerca di una vita profonda. Se si trovano a vivere i rapporti in superficie o non cercano la strada che porta alla pienezza di vita, è perché sono orfani non solo di padri e di madri, ma anche di ogni figura significativa o di punti di riferimento stabili.

I genitori chiamano i propri figli “cuccioli” e non bambini, prendendo in prestito il nome dei piccoli degli animali, perché sentono il bisogno di coccolare, di giocare, di trastullare, ma spesso abbandonano i figli a se stessi, senza educarli per far apprendere loro i confini entro cui muoversi.
La proiezione dei loro bisogni non realizzati consente ai figli di invadere il mondo senza tener conto del rispetto dello spazio legittimo dell’altro.
Il padre e la madre rivendicano il tempo per sé e non sempre sono disposti ad aiutare i ragazzi a tirare il meglio dalla loro vita… spesso li accontentano e, avendo rinunziato al loro impegno educativo, non vogliono scontrarsi con i propri figli, né faticare “perdendo tempo” con loro.

I giovani sono soli e, lasciati a se stessi, sentono il bisogno di riempire dei vuoti, passando da una percezione grandiosa di sé all’esperienza devastante del proprio limite a cui non sanno dare il nome. Nell’isolamento reale moltiplicano le ore di connessione e, attraverso i contatti, si illudono di essere in relazione con mezzo mondo, mentre non riescono a coltivare il calore di un abbraccio, a sentire il profumo della persona amata. Anche nei nostri ambienti ecclesiali i giovani non sempre trovano risposte agli interrogativi esistenziali: sono organizzati incontri ormai superati o  feste per non perdere il loro consenso… ma il grande assente spesso è Gesù Cristo!

Nonostante tutto, mentre sembrano rifuggire dalla fatica di vivere, i giovani restano affascinati dalla testimonianza di coloro che scommettono la vita per il Signore e per gli altri. Sono preti, consacrati/e, laici che si coinvolgono nella storia di Dio, rimandando con la propria esistenza a Qualcuno che li supera, che dà senso alla vita e che fa toccare con mano la bellezza dell’esistenza.

I giovani sono assetati di Dio e, quando incontrano genitori, educatori, che rendono visibile la loro vita in Cristo, si sentono provocati e molte volte cambiano la loro prospettiva esistenziale. Aiutati ad affacciarsi sulla soglia del Mistero, scoprono la gioia dell’infinito già presente nella loro vita. Urge, perciò, la presenza di testimoni non “a tavolino”, ma che pagano con la vita la scelta di essere cristiani credibili e visibili. Sono coloro che sperimentano l’amore donato da Dio nella gratuità, che seguono Gesù Cristo nonostante tutto e vivono con passione il Vangelo senza compromessi, che hanno smesso di essere narcisisticamente il centro dell’universo, che si sentono sempre in cammino dietro al Signore insieme con gli uomini e le donne di oggi. Sono persone che si sorprendono dei giorni belli o dolorosi e che si interrogano, interrogano e con speranza attendono insieme con gli altri delle risposte… camminando alla presenza del Signore!

I giovani cercano degli adulti capaci di mettersi dalla parte di Dio, per individuare i segni della sua presenza, degli indicatori della strada da percorrere, per imparare a rispondere con passione alla relazione con Gesù e con ogni uomo o donna che incontrano.

Cercano dei padri o delle madri di qualsiasi stato di vita che costantemente progettano in ogni tappa la loro esistenza su Cristo e il Vangelo, attivando tutte le loro risorse, non solo emotive, ma anche intellettuali, cognitive, educative, affettive… in vista della custodia di sé e del bene comune, capaci di far vedere semplicemente Gesù nella loro vita, bellezza dell’umanità abitata da Dio.  Forse è giunto il tempo per noi adulti di decidere di camminare accanto ai giovani senza confusione di ruoli, perché nella libertà possano sbocciare con gioia alla vita da protagonisti?Diana Papa