Fulvia e Giuseppe con i figli Alessandra e Stefano
Lo scorso mese di aprile, avevo scritto a riguardo di Fulvia e Giuseppe che, dopo un cammino nella comunità di Grumello e, soprattutto, dopo essere sempre stati fedeli alla Chiesa, partecipando attivamente alla sua vita sia liturgica che pastorale, avevano ripreso a ricevere l’Eucarestia secondo le indicazioni dell’Esortazione Apostolica di Papa Francesco Amoris Laetitia e quelle stabilite dalla Diocesi di Bergamo.
Il primo matrimonio dichiarato nullo
Per una piacevole coincidenza, il giorno della pubblicazione del mio testo squillò il telefono di Fulvia. A chiamare era l’avvocato che comunicava a Fulvia che il tribunale della Chiesa aveva dichiarato nullo il matrimonio che Giuseppe, suo marito nel matrimonio civile, aveva contratto con una donna, in Chiesa, molti anni prima. Lo scorso venerdì 5 ottobre, Fulvia e Giuseppe, nella nostra chiesa parrocchiale di Grumello del Monte, hanno potuto finalmente dire il loro sì davanti a Dio, nel matrimonio cristiano.
Il rito del matrimonio, momento di grazia
È stato un momento di grazia. L’emozione era fortissima non solo negli sposi, che coronavano il loro sogno dopo 35 anni, ma anche nei figli Alessandra e Stefano, che hanno fatto da testimoni insieme ai rispettivi coniugi, Giovanni e Martina. Insieme a don Angelo, che ha presieduto l’Eucarestia, eravamo io e don Luca Salvi, oggi parroco di Poscante e Stabello, fino all’anno scorso vicario parrocchiale a Grumello.
Nell’omelia, che ho avuto il dono di pronunciare, ho esordito affermando che forse Dio, in questi anni, felici ma non sempre facili per Fulvia e Giuseppe, dispiaciuti soprattutto per la mancanza dell’Eucarestia nella forma sacramentale, ha voluto farci comprendere quelle parole del profeta Isaia che tutti conosciamo, ma che ancora non erano scritte a chiare lettere nel nostro cuore: I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie (Is 55,8). Fulvia e Giuseppe si sono fidati di Dio, sempre. E Dio li ha voluti davanti a lui, per accogliere il loro donarsi reciprocamente, per sempre.
L’amore di Dio non è mai venuto meno
Mi sono anche permesso di dire che nel matrimonio Dio continuava a benedire il loro amore. Perché “continuava a benedire” e non “iniziava”? Perché la vita di Fulvia e Giuseppe, come la vita di tutte le persone che, per diversi motivi, hanno trovato e trovano difficoltà nella vita matrimoniale o, addirittura, incontrano fallimenti, non è nascosta a Dio e alla sua benedizione. Tutti sono figli di Dio, amati da Lui con amore di Padre, e non saranno certo delle norme (storiche, e non dogmi!) o delle rigidità di cuore di chi non riconosca questo, a togliere verità a questo Amore che abbraccia tutti e ciascuno, in ogni situazione.
Fulvia e Giuseppe, come dice il Vangelo che hanno scelto per il loro matrimonio, continueranno ad essere, come sposi cristiani, “luce del mondo” e “sale della terra”: sono luce per la loro famiglia, per i loro figli, per l’Oratorio e la Parrocchia dove prestano il loro generoso servizio. E sono sale, perché sanno dare il sapore dell’amore e della fede alle relazioni che vivono. Fulvia e Giuseppe sono uno splendido segno di speranza, che fa bene alla nostra fede e alla nostra Chiesa.