«Itinerarium Caritatis» : al Macs di Romano una mostra su San Girolamo Emiliani

Al Macs di Romano, una mostra itinerante dedicata a San Girolamo Emiliani, a duecentocinquant’anni di distanza dalla sua canonizzazione. L’esposizione è  intitolata «Itinerarium Caritatis – Girolamo Emiliani, Padre degli Orfani» ed è stata curata da Angelo Loda, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza di Bergamo e di Brescia e conservatore del Macs di Romano con lo scopo di delineare lo sviluppo dell’iconografia del santo in particolar modo all’interno del territorio della diocesi di Bergamo, di cui fa parte ancora oggi Somasca di Vercurago, la casa madre dei Padri Somaschi.

La mostra per la prima volta unisce una serie di tele provenienti dalle parrocchie del territorio bergamasco come Chiuduno, Curno e Bergamo e bresciano, realizzate da alcuni pittori quali Mauro Picenardi, Gianbettino Cignaroli, Antonio Marinetti, Francesco Zuccarelli, Cesare Mariani, Luigi Galizzi, Carlo Ceresa, Adamo Biglioli, Francesco Capella, Federico Ferrario, Francesco Bergametti e Francesco Zucco che rappresentano il santo negli episodi più significativi della sua vita terrena, in particolare, la liberazione dal carcere, l’intercessione mariana, alcuni miracoli e il funerale. Ad aggiungere, il visitatore potrà ammirare al piano terra della Sala Alberti tre pale d’altare di grande formato, in Sala Tadini una raccolta di francobolli e nella Sala Pozzoni incisioni, cartoline e libri antichi dedicati a San Girolamo Miani.

Girolamo Emiliani, o più propriamente Miani nasce in una famiglia del patriziato veneziano ed è l’ultimo di quattro figli.  Nonostante la nobiltà di origini, le condizioni economiche della sua famiglia non sono buone. Dell’infanzia e della sua giovinezza è noto solo che nel 1496, Girolamo perde il padre.

Nel 1506, a soli vent’anni, Girolamo partecipa al sorteggio per l’ammissione anticipata al Maggior Consiglio e tre anni dopo prende parte alla guerra della Lega dei Cambrai. All’inizio del 1511,  sostituisce il fratello Luca, rimasto ferito durante il conflitto, nel ruolo di castellano del Castelnuovo di Quero, fortezza localizzata in posizione strategica lungo il Piave dove viene affiancato dal capitano Andrea Rimondi e da una guarnigione di trecento fanti, rinforzata poi dalle truppe inviate da Belluno e da Lodovico Battaglia. Ma,  il 27 agosto 1511 Castelnuovo viene occupata dai fanti francesi guidati da Jacques de La Palice. Rimondi e Battaglia fuggono, mentre Girolamo viene fatto prigioniero dai vincitori e rinchiuso nei sotterranei dello stesso castello.  Incatenato con ceppi ai piedi, alle mani e al collo con una catena fissata a una pesante palla di marmo, Girolamo si rivolge fiduciosamente a Maria promettendole con voto di recarsi scalzo al santuario di Treviso per deporci ai suoi piedi le catene e la spada qualora fosse stato liberato. Infatti, secondo la leggenda devozionale, il 27 settembre 1511, Girolamo si ritrova improvvisamente libero e mutato. Successivamente, giunge a Treviso e di fronte alla miracolosa immagine venerata nella chiesa di Santa Maria Maggiore, scioglie il voto ponendo sull’altare le catene che lo avevano tenuto prigioniero.

Un mese dopo partecipa alla difesa di Treviso dove viene sconfitto Massimiliano I d’Asburgo e dopo aver tentato di essere eletto provveditore a Romano, nel 1514,  Girolamo affianca il generale Giovanni Vitturi che stava appoggiando le popolazioni friulane insorte contro gli occupanti imperiali.

Terminato il conflitto bellico due anni dopo, Girolamo ritorna governatore a Quero rimanendo in carica fino al 1527, quando ritorna a Venezia. Anche in questo periodo, la vita di Girolamo subisce una svolta: instaura nuove amicizie,  recupera la pratica religiosa, legge e medita sulla Bibbia. Un anno dopo, nel 1528, in Italia si diffonde una grave carestia che provoca migliaia di vittime. Nella regione veneta la popolazione della terraferma, informata che a Venezia vi erano migliori condizioni, si riversa in massa nella città. Per contribuire a questa situazione, aggravata dal diffondersi anche della peste, Girolamo Miani si unisce ai volontari per prestare soccorso,  spende tutto il denaro e vende indumenti, tappeti, mobili e altre attrezzature di casa al fine di destinare tutto il ricavato a cibo, alloggio e sostegno morale ai popolani. Anche Girolamo rimane contagiato dalla peste ma inaspettatamente guarisce.

A seguire, Girolamo continua a mantenere rapporti con i rappresentanti della Chiesa tra cui Gaetano di Thiene e il vescovo Gian Pietro Carafa nonché futuro Papa Paolo IV. Il 6 febbraio 1531 Girolamo lascia definitivamente la casa paterna e sostituisce gli indumenti nobili con un saio e si trasferisce nella zona di San Rocco in un pianterreno d’affitto con un gruppo di trenta ragazzi di strada a cui insegna istruzione di base e formazione cristiana e fonda una scuola di arti e mestieri al fine di far imparare loro anche diversi tipi di lavoro. Il principio pedagogico di Girolamo è “preghiera, carità e lavoro”, partecipazione e responsabilità di ognuno all’interno della società.

Un anno dopo, nel 1532, costituisce la prima comunità a Bergamo sotto la guida di padre Agostino Barili e nel 1534 ne fonda un’altra a Somasca. In quel periodo, Girolamo istituisce nuove opere di carità a Milano, Pavia e Como coinvolgendo sacerdoti e laici che unisce in un gruppo chiamandolo “Compagnia dei Servi dei Poveri di Cristo” che viene approvato da Papa Paolo III nel 1540 e Papa Pio IV lo eleva poi a Ordine Religioso con il titolo di Ordine dei Chierici Regolari di Somasca o Padri Somaschi.

Intanto, Girolamo arriva alla Valle di San Martino e continua a fondare nuove opere di carità anche in altre città ma nel 1536, si propaga un’epidemia e il 4 febbraio 1537 Girolamo contrae il morbo e quattro giorni dopo, dello stesso anno, muore.

Dopo la sua morte, nel 1626 a Caprino, i paesi eleggono San Girolamo Emiliani come patrono della Valle di San Martino. Nel 1747 viene dichiarato beato e canonizzato nel 1767; nel 1928 Pio XI lo proclama “Patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata” e tutt’ora l’opera di San Girolamo Emiliani è proseguita dai Padri Somaschi.

La mostra «Itinerarium Caritatis – Girolamo Emiliani, Padre degli Orfani» si potrà visitare fino al 16 dicembre 2018 il sabato e la domenica dalle 9.30 alle 12 e dalle 16 alle 19  a ingresso libero.

Nella foto: particolare di Santa Chiara e San Girolamo Emiliani in adorazione dell’Eucarestia” di Adamo Biglioli