La chiesa dell’Ospedale e gli estremismi leghisti

La chiesa degli ex Ospedali Riuniti

Un perfetto autogol per la Lega, la faccenda della chiesa degli ex Ospedali Riuniti. E tutti ne parlano e molto e su tutti gli organi di informazione, ben al di fuori del ristretto ambito di Bergamo.

Diversi gli elementi in gioco e, purtroppo per la Lega, strettamente legati gli uni agli altri.

I soldi, anzitutto. Si vende e si vende a chi dà di più, così dettava il bando.

Ma il guaio, guaio ripeto per la Lega, è che chi ha dato di più sono dei musulmani. A questo punto i leghisti si vestono da crociati e vanno all’attacco. Primo affondo: verificheremo che il bando sia corretto, che tutte le leggi siano state osservate. Ma se la passione della Lega è la correttezza delle procedure, se sono davvero corretti dovrebbero farlo sempre. Ribolla e Belotti lo fanno sempre? No. Lo fanno stavolta perché hanno a che fare con dei musulmani.

A questo punto entra in gioco il livello più importante, il livello religioso. Nessuna parola sui cristiani romeni che devono sloggiare. Ribolla e Belotti difendono i muri, non chi ci abita, come in altre circostanze difendono il presepio e il crocifisso, non chi si affida a quel Bambino e all’uomo appeso alla Croce e ai disperati che quell’uomo e quel Bambino rappresentano “al vivo”. Ancora una volta la fede cristiana viene usata dai leghisti, usata, strumentalizzata. La fede cristiana serve per raccogliere voti e per fomentare simpatie. Poi, se da quella fede mi viene detto che devo accogliere gli immigrati allora scatta la parola d’ordine del grande capo: “me ne frego”. Non lo hanno ancora detto verso la Chiesa e Papa Francesco. Ma lo stanno dicendo con i fatti.

Per cui Ribolla e Belotti possono fare tutte le crociate che vogliono. Ci riserviamo, molti cristiani credo, di ripetere: “not in my name”. Non ci rappresentate. Per nessun motivo.