Papa Francesco: «Le chiacchiere uccidono. Dove c’è bugia non c’è amore»

“Quante chiacchiere distruggono la comunione per inopportunità o mancanza di delicatezza! Anzi, le chiacchiere uccidono”. Lo ha esclamato il Papa, che nella catechesi di oggi, dedicata all’ottava Parola del Decalogo, è tornato a braccio su un tema a lui caro. “Il chiacchierone, la chiacchierona, sono gente che uccidono, uccidono gli altri, perché la lingua uccide come un coltello”, ha detto Francesco fuori testo: “State attenti: il chiacchierone, o la chiacchierona, è un terrorista, perché con la sua lingua butta la bomba e se ne va, e con quella cosa distrugge la fama degli altri e lui se ne va tranquillo”. “Non dimenticatevi: chiacchierare è uccidere!”, il monito agli 11mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro. “Dove c’è bugia, non c’è amore”. È il monito a braccio del Papa, che ha dedicato la catechesi dell’udienza di oggi all’ottavo comandamento: “Non dire falsa testimonianza”. “Vivere di comunicazioni non autentiche è grave perché impedisce le relazioni e, quindi, l’amore”, ha spiegato Francesco. “E quando parliamo di comunicazione fra le persone intendiamo non solo le parole, ma anche i gesti, gli atteggiamenti, perfino i silenzi e le assenze”, ha proseguito, facendo notare che “una persona parla con tutto quel che è e che fa”. “Tutti noi viviamo comunicando e siamo continuamente in bilico tra la verità e la menzogna”, ha ricordato Francesco: “Ma cosa significa dire la verità? Significa essere sinceri? Oppure esatti? In realtà, questo non basta, perché si può essere sinceramente in errore, oppure si può essere precisi nel dettaglio ma non cogliere il senso dell’insieme”. “A volte – l’esempio scelto dal Papa – ci giustifichiamo dicendo: ‘Ma ho detto quello che sentivo!’. Sì, ma hai assolutizzato il tuo punto di vista. Oppure: ‘Ho solamente detto la verità!’. Può darsi, ma hai rivelato dei fatti personali o riservati”.
“Ognuno può domandarsi: io sono un testimone della verità o sono, più o meno, un bugiardo travestito da vero?”. È la domanda che il Papa, parlando a braccio, ha esortato gli 11mila fedeli presenti in piazza a porsi, a partire dalla “logica” che “i genitori e i nonni ci insegnano quando ci dicono di non dire le bugie”. “In ogni suo atto l’uomo, le persone, affermano o negano” Gesù, che è la verità, ha spiegato Francesco: “Dalle piccole situazioni quotidiane alle scelte più impegnative. Ma è la stessa logica: quella che i genitori e i nonni ci insegnano quando ci dicono di non dire bugie. La stessa logica”. “Domandiamoci oggi: quale verità attestano le opere di noi cristiani, le nostre parole, le nostre scelte?”, la prima domanda del Papa, poi riformulata a braccio: “Ognuno può domandarsi: io sono un test della verità o sono più o meno un bugiardo travestito da vero?”. “Noi cristiani non siamo uomini e donne eccezionali”, ha precisato il Papa: “Siamo, però, figli del Padre celeste, il quale è buono e non li delude, e mette nel nostro cuore l’amore per i fratelli”. “Questa verità non si dice tanto con i discorsi”, il monito di Francesco: “È un modo di esistere, un modo di vivere, e si vede in ogni singolo atto”. “Quest’uomo è un uomo vero, quella donna è una donna vera”, ha proseguito a braccio il Papa: “Si vede, appena apre la bocca, se si comporta come un uomo vero, una donna vera, se dice la verità, agisce con la verità. Un bel modo per vivere noi!”.
“Non dire falsa testimonianza vuol dire vivere da figli di Dio, che mai smentisce se stesso, mai dice bugie”. Lo ha spiegato il Papa, che nella parte finale dell’udienza di oggi ha esortato gli 11mila fedeli presenti a “vivere da figli di Dio, lasciando emergere in ogni atto la grande verità: che Dio è Padre e ci si può fidare di Lui”. “Io mi fido di Dio”, ha concluso ancora una volta a braccio Francesco: “Questa è la grande verità ed è la nostra fiducia. Con Dio che è Padre e che mi ama, ci ama, nasce la mia verità, l’essere veritiero e non bugiardo”.