Il “tema-chiave” dei Dieci Comandamenti è “quello dei desideri, che ci permette di ripercorrere il cammino fatto e riassumere le tappe compiute leggendo il testo del Decalogo, sempre alla luce della piena rivelazione in Cristo”. Lo ha spiegato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, l’ultima dedicata alle Dieci Parole. “Siamo partiti dalla gratitudine come base della relazione di fiducia e di obbedienza”, ha riassunto Francesco tracciando una sintesi del ciclo di catechesi: “Dio, abbiamo visto, non chiede niente prima di aver dato molto di più. Egli ci invita all’obbedienza per riscattarci dall’inganno delle idolatrie che tanto potere hanno su di noi”. “Cercare la propria realizzazione negli idoli di questo mondo ci svuota e ci schiavizza, mentre ciò che ci dà statura e consistenza è il rapporto con Lui che, in Cristo, ci rende figli a partire dalla sua paternità”, il monito del Papa. Questo, ha spiegato, “implica un processo di benedizione e di liberazione, che sono il riposo autentico”, come recita il Salmo 62: “Solo in Dio riposa l’anima mia: da lui la mia salvezza”. “Questa vita liberata – ha commentato Francesco – diventa accoglienza della nostra storia personale e ci riconcilia con ciò che, dall’infanzia al presente, abbiamo vissuto, facendoci adulti e capaci di dare il giusto peso alle realtà e alle persone della nostra vita. Per questa strada entriamo nella relazione con il prossimo che, a partire dall’amore che Dio mostra in Gesù Cristo, è una chiamata alla bellezza della fedeltà, della generosità e della autenticità”.
“Desideri che generano positività: questa è la pienezza della legge che Gesù è venuto a portarci”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, sintetizzando, durante l’udienza di oggi, il messaggio dei Dieci Comandamenti. “In Cristo, e solo in lui, il Decalogo smette di essere condanna e diventa l’autentica verità della vita umana, cioè desiderio di amore”, ha spiegato Francesco: “Qui nasce il desiderio del bene, di fare il bene, desiderio di gioia, di pace, di magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”. “Da quei ‘no’ si passa a questo ‘sì’”, ha proseguito il Papa a braccio a proposito di questo “atteggiamento positivo, di un cuore che si apre con la forza dello Spirito Santo”: “Guardando a Cristo vediamo la bellezza, il bene, la verità”, ha detto il Papa: “E lo Spirito genera una vita che, assecondando questi suoi desideri, innesca in noi la speranza, la fede e l’amore”. “Così scopriamo meglio cosa significa che il Signore Gesù non è venuto per abolire la legge ma per dare compimento, per farla crescere – ha commentato Francesco – e mentre la legge secondo la carne era una serie di prescrizioni e di divieti, secondo lo Spirito questa stessa legge diventa vita, perché non è più una norma ma la carne stessa di Cristo, che ci ama, ci cerca, ci perdona, ci consola e nel suo Corpo ricompone la comunione con il Padre, perduta per la disobbedienza del peccato”. “E così la negatività letteraria, la negatività dell’espressione dei Comandamenti – non rubare, non insultare , non uccidere… – si trasforma in un atteggiamento positivo: amare, fare posto agli altri nel nostro cuore”, ha concluso il Papa ancora a braccio.
La vita è l’incontro di “due gioie: la gioia di Dio di amarci e la gioia nostra di essere amati”. Così il Papa, al termine dell’udienza di oggi, ha sintetizzato il senso dei Dieci Comandamenti . “Ecco cos’è il Decalogo per noi cristiani”, ha detto nell’ultima catechesi dedicata a questo tema: “Contemplare Cristo per aprirci a ricevere il suo cuore, per ricevere i suoi desideri, per ricevere il suo Santo Spirito. “Quando l’uomo asseconda il desiderio di vivere secondo Cristo, allora sta aprendo la porta alla salvezza, la quale non può che arrivare, perché Dio Padre è generoso e, come dice il Catechismo, ha sete che noi abbiamo sete di lui”, ha garantito Francesco: “Se sono i desideri malvagi che rovinano l’uomo, lo Spirito depone nel nostro cuore i suoi santi desideri, che sono il germe della vita nuova”. La vita nuova, infatti, “non è il titanico sforzo per essere coerenti con una norma, ma la vita nuova è lo Spirito stesso di Dio che inizia a guidarci fino ai suoi frutti, in una felice sinergia fra la nostra gioia di essere amati e la sua gioia di amarci”. “Si incontrano le due gioie: la gioia di Dio di amarci e la gioia nostra di essere amati”, le parole a braccio.