I diritti non stanno solo sulla carta. «Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici», recita l’articolo 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, ciò che la Gamec – la Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo – ha preso alla lettera. «Ogni pubblico per noi è speciale, il museo deve essere una casa aperta a tutti», è la filosofia illustrata da Giovanna Brambilla, responsabile dei servizi educativi di Gamec.
È la cultura che supera ogni barriera. E sono molte le barriere, più di quelle a cui solitamente si pensa: «La nostra idea di accessibilità e inclusione è ampia – prosegue Giovanna Brambilla -. Ci sono le persone con disabilità, ma non solo. Una barriera è per esempio quella economica: noi crediamo che ci siano delle categorie nei cui confronti è doveroso applicare la gratuità all’ingresso, come le scolaresche, le fragilità, i disabili, i minori stranieri non accompagnati, i migranti e i profughi, gli anziani. I musei nacquero come istituzioni esclusive: oggi quest’idea va sradicata».
La meraviglia dell’arte alla portata di tutti. Anche di chi non può vedere o di chi non sente, per esempio: «All’interno di Gamec opera un’équipe educativa formata dal museo sulle migliori modalità per far incontrare arte e disabilità. Per i non vedenti, da anni abbiamo avviato un progetto grazie al finanziamento dei Lions Club Valle Brembana: per ogni mostra, anche per quella Black Hole in corso proprio in questi giorni, proponiamo visite apposite con un itinerario tattile in cui si possono toccare le opere d’arte originali (per quelle opere su cui non vi sia un pregiudizio di conservazione, ndr). Per i non udenti, è in corso un progetto con l’Ens (l’Ente nazionale sordi, ndr) e l’Accademia Carrara, con visite di gruppo alla presenza di un interprete della Lingua italiana dei segni: sono visite costruite appositamente, che hanno tempi e percorsi ragionati per superare ogni difficoltà». Il concetto di accessibilità è un quadro le cui pennellate sono ampie e abbracciano ogni sfumatura delle difficoltà che si possono incontrare nella vita. Su questo, Gamec si apre alla città: «Dal 18 al 23 dicembre, per esempio, avremo una mostra con gli elaborati creati dai detenuti della casa circondariale di Bergamo e da malati di Alzheimer di Firenze – prosegue Giovanna Brembilla -. Perché l’accessibilità alla cultura deve superare ogni barriera, che sia fisica, sociale o culturale».