Giovani e fede: un incontro “Sulla soglia” con la Fuci

Nel secondo appuntamento del ciclo di incontri “Sulla Soglia – Scritture e risonanze”, venerdì 14 dicembre il centro del dibattito sarà il rapporto tra i giovani e la Fede.

A dialogare attorno a questo tema, dalle 18 nella Chiesa di Sant’Andrea Apostolo, in Via Porta Dipinta 39,  saranno Marco Marzano, professore ordinario di sociologia dell’organizzazione presso la nostra Università e don Claudio Avogadro, giovane sacerdote della nostra diocesi e docente di Teologia del Seminario.

La copertina di uno dei testi di Marzano: “Quel che resta dei cattolici” utilizza un’immagine, che non a caso è stata ripresa anche da altri autori, la quale a mio parere descrive perfettamente la percezione della comunità ecclesiale davanti alla questione della fede giovanile.

L’immagine è quella del cerotto, perché una volta assodato che i giovani non abbiano più Fede la prima reazione è quella di avviare la sirena della Croce Rossa e iniziare il prima possibile le procedure di rianimazione.

Lo scopo dell’intervento è quello di permettere a quel corpo spogliato e ferito di poter respirare di nuovo, come sia arrivato lí conta fino ad un certo punto, l’obiettivo è salvarlo, anche se questo significa dargli le scosse o lasciarlo sul freddo dell’asfalto.

Il mondo adulto soccorritore di fronte a quel corpo, ma soprattutto l’anima da salvare si riduce ad avviare quelle procedure standard che poco hanno di pensato, ma rassicurano nella logica del “si è sempre fatto così”.

In questo modo nelle nostre comunità trasformate in pronto soccorso, spuntano iniziative, catechesi, incontri, progetti, addirittura un sinodo, tutto per i giovani, come fossero tanti sciroppi colorati tra cui scegliere, peccato però che anche da più grandi le medicine continuino a non attirare.

Per cambiare paradigma bisognerebbe passare dal “per i giovani” al “con i giovani”, ma a volte purtroppo nelle nostre comunità, l’aprirsi e perdersi sembrano su uno stesso continuum, quindi la lontananza e lo sguardo da scienziati con i giovani sotto il microscopio appare più semplice e meno rischioso.

Davanti ad un giovane, “con un Dio a modo mio”, o con la sicurezza piena del magistero, davanti a due sposi o a due seminaristi, ad un lontano che urla o ad un vicino in silenzio, la prima cosa da avere tra le mani non dovrebbe essere un defibrillatore o una scatola con ago e filo, ma una mano che domanda: “Come stai?”.

Come stanno i giovani? Come sta la loro Fede? Come sta questa Chiesa senza i giovani? Come starebbe se il mondo adulto li facesse sentire più accolti? Tutte domande a cui in qualche modo cercheremo di trovare una risposta, sperando di non ritrovarci tra le mani solamente una scatola di cerotti.