Gli adolescenti dell’oratorio di Curno in Polonia sulle orme di Popieluszko

Scegliere la meta di un viaggio non è semplice, scegliere la meta per un campo adolescenti può sembrare ancora più complicato, ma in realtà è una scelta quasi naturale, una scelta che non fa altro che proseguire sullo stesso cammino intrapreso durante l’anno. I ragazzi dell’oratorio di Curno, proseguendo il loro cammino sulle orme di Jerzy Popieluszko, sono arrivati in Polonia per scoprire qualcosa di più sul patrono del proprio oratorio e vivere per qualche giorno nella sua stessa terra, nonostante ora sia molto diversa da quella vissuta dal beato.

“Ogni anno con gli educatori scegliamo un tema che possa essere sviluppato durante il percorso con gli incontri adolescenti e non solo – spiega don Alex, curato dell’oratorio di Curno- quest’anno abbiamo scelto il tema ‘Guerra e pace’ prendendo come figura di riferimento proprio il nostro patrono, il beato Jerzy Popieluszko”.

Jerzy Popieluszko era un prete polacco che ha vissuto la guerra fredda sotto il regime comunista in Polonia. La sua figura svolse un ruolo molto importante nel suo piccolo, tanto da essere riconosciuto come beato. Una volta diventato prete ricevette il compito di celebrare la messa per degli operai scioperanti. Entrando in contatto con le idee di questa comunità, iniziò a battersi al loro fianco e incoraggiò gli operai con le sue omelie che prendevano ispirazione dal Vangelo e dalle parole di papa Giovanni Paolo II. Popieluszko fu subito ostacolato dai comunisti perché visto come un pericolo, ma il prete continuò il suo operato celebrando una volta al mese la ‘messa della patria’.  Nonostante le continue minacce, Popieluszko continuò a dar voce agli operai fino al giorno del suo assassinio.

Il viaggio dei 106 adolescenti dell’oratorio di Curno è iniziato da Varsavia per poi proseguire nei luoghi più significati delle fede e della cultura polacca passando per la chiesa in cui celebrava Popieluszko, il santuario di Czestochowa, Cracovia e i luoghi della memoria come i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau.
“Una fatica che mi aspettavo d’incontrare durante il viaggio –racconta don Alex- è l’impatto che la fede polacca potesse avere sui ragazzi. Avevo avvisato gli adolescenti che i polacchi vivono la fede in modo diverso dal nostro, in una maniera un po’ più rigida e quando siamo arrivati al santuario di Czestochowa mi stavo chiedendo se fosse stata la scelta giusta portarci i ragazzi. Durante la nostra visita abbiamo incontrato dei fedeli che pregavano camminando in ginocchio. I ragazzi, senza dire nulla, hanno aspettato pazientemente camminando dietro i fedeli per completare la visita. Quella che pensavo sarebbe stata la fatica più impegnativa del viaggio si è trasformata nel momento più bello dell’esperienza”.

Momenti e luoghi significativi che i ragazzi custodiranno come ricordi preziosi a cui si aggiungono le parole ascoltate in viaggio. A partire dalla frase più nota di Jerzy Popieluszko ‘La verità, come la giustizia, è legata all’amore. E l’amore costa… si deve avere paura di tradire Cristo per trenta denari di una meschina tranquillità’ fino all’esortazione di Giovanni Paolo II del dire di sì a Cristo. “Al termine dell’esperienza ho dato un compito ai ragazzi -ricorda don Alex- ho chiesto a ciascuno di loro di essere contagiosi in senso positivo, di far giungere la bellezza dell’esperienza anche a chi non potuto o voluto venire. Credo tutti ci siamo portati a casa un insegnamento importante da questo viaggio. Ogni tanto è necessario fare un po’ di fatica perchè l’amore costa“.