Attentato in cattedrale Filippine: vescovi, “unire le mani di coloro che sono a favore della pace”. Insieme alle condoglianze per i “numerosi soldati e civili uccisi” nelle esplosioni nella Cattedrale del Carmelo a Jolo durante la messa domenicale, i vescovi delle Filippine in un messaggio “condannano questo atto di terrorismo che si è verificato solo pochi giorni dopo il plebiscito sulla ‘legge organica di Bangsamoro’”. I vescovi che in questi giorni sono riuniti in assemblea plenaria a Manila (26-28 gennaio), riferiscono di aver ricevuto la notizia dell’attentato da padre Romeo S. Saniel, amministratore apostolico di Jolo. Nel messaggio, che porta la firma di mons. Romulo G. Valles, arcivescovo di Davao e presidente della Conferenza episcopale delle Filippine, si chiede “ai nostri fratelli cristiani di unire le loro mani con quelle di tutte le comunità musulmane e indigene che sono a favore della pace nella difesa contro l’estremismo violento”, proprio nel momento in cui si apre “una nuova fase del processo di pace con la creazione della Regione autonoma di Bangsamoro nel Mindanao musulmano (Barrm)”. Dai vescovi l’auspicio che “tutte le nostre religioni di pace possano guidarci nella ricerca di un futuro più luminoso per i popoli di Mindanao”.
“Prego, insieme alla chiesa di Mindanao, affinché il processo di pace non sia messo in pericolo da questo atti di violenza”. È l’arcivescovo Ludwig Schick (Bamberg), presidente della Commissione Chiesa mondiale della Conferenza episcopale tedesca, a esprimere da Panama il proprio cordoglio e il “profondo orrore” per l’attacco alla cattedrale di Jolo (Filippine), che ferisce il Paese in un momento in cui “con gli accordi conclusi tra il governo filippino e i ribelli Milf (Moro Islamic Liberation Front), e il referendum che era stato così reso possibile, si era finalmente aperto un orizzonte di speranza per la pace e la riconciliazione nella regione dopo decenni di conflitti violenti”. “La mia preghiera in quest’ora è per tutti coloro che sono stati crudelmente strappati alla vita e per i loro cari”, ha detto l’arcivescovo che era stato a Mindanao nel giugno 2017 per conoscere e sostenere gli sforzi della Chiesa per una pace duratura e aveva incontrato anche rappresentanti governativi e del Milf.