“Educazione digitale”: primo corso Mooc della Cei con l’Università Cattolica

Con la pubblicazione del Messaggio di papa Francesco per la 53ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, verrà diffuso il primo Mooc realizzato dalla Conferenza episcopale italiana e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore. Si chiama “Educazione digitale” ed è un corso online gratuito e aperto a tutti, composto da 6 moduli rilasciati in 6 settimane (sul canale dell’Università Cattolica nella piattaforma Open Education), da lunedì 28 gennaio. Il Sir ha incontrato i due curatori del progetto, don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali, e Pier Cesare Rivoltella, professore ordinario dell’Università Cattolica e direttore del Centro di ricerca Cremit.

Il primo Mooc della Chiesa italiana. “Come Chiesa in Italia – ha sottolineato don Maffeis – abbiamo avvertito il bisogno negli ultimi anni di allargare la nostra offerta formativa per il territorio, integrando le nostre proposte con le esigenze della comunità nello spirito del tempo.

I media digitali ormai sono parte di noi, del nostro vivere quotidiano e delle nostre relazioni, pertanto non possiamo più sottrarci a un confronto serio e accurato con essi.

Ce lo chiede anzitutto il Papa, con i suoi Messaggi, ma ce lo chiedono anche i vescovi italiani, come è emerso dall’ultima Assemblea generale lo scorso maggio 2018, nonché il nostro territorio. Bisogna dunque saper abitare lo spazio digitale, ma consapevolmente, conoscendone prassi e regole, vivendolo come luogo per incontri fecondi e non come ambito di dispersione”.
Il corso sulla “Educazione digitale” vede coinvolti ben otto uffici della Cei – Comunicazioni Sociali; Pastorale giovanile; Catechistico; Famiglia; IRC; Educazione, Scuola e Università; Vocazioni; Servizio Informatico –, insieme al Centro di ricerca Cremit della Cattolica. “È il primo Mooc – ha dichiarato Rivoltella – realizzato dalla Chiesa cattolica italiana. Questo vuol dire: parlare del digitale, del nuovo, con uno strumento metodologico che è di fatto innovativo. Le ragioni che hanno portato alla realizzazione di questo corso online sono legate al grande interesse sociale e alla centralità culturale ed educativa (spesso tinta con i colori dell’emergenza) del tema del digitale oggi. Tutto ciò ha condotto la Cei e l’Università Cattolica a mettere a tema questa questione”.

Una proposta formativa come servizio per la comunità. Abbiamo chiesto a Rivoltella di spiegarci meglio la portata innovativa di tale metodologia. “I Massive Open Online Course nascono negli Stati Uniti – ha precisato il direttore del Cremit – come risposta all’esigenza di democratizzazione dell’accesso all’istruzione superiore di qualità.

Negli Usa ci sono un numero limitato di università di altissimo livello, ma dai costi proibitivi per la maggior parte dei cittadini. I Mooc permettono, pertanto, ai grandi professori di prestigiosi atenei, penso ad esempio a Stanford oppure alla Columbia, di poter erogare a titolo gratuito un corso anche a chi non ha i soldi per iscriversi in quell’università”.
“Quando i Mooc sono sbarcati in Europa e in Italia – ha aggiunto Rivoltella – inizialmente questo tipo di esigenza è stata meno forte, meno avvertita; a ben vedere nel nostro Paese se ne è fatto uso principalmente come forma di marketing. Noi, come Università Cattolica, abbiamo invece trovato una via nostra al Mooc, che va nella direzione della logica di servizio: mettere a disposizione senza costi i nostri contenuti alla comunità, garantendo un accesso il più largo possibile”.

Il Mooc e le opportunità per la Chiesa in Italia. Scoprendo la metodologia Mooc con l’Università Cattolica, la Chiesa in Italia ha subito intuito le potenzialità dell’offerta formativa e le ricadute pastorali. “C’è da dire che l’Ufficio per le comunicazioni sociali Cei – ha spiegato don Maffeis – sin dai primi anni Duemila propone corsi in modalità e-learning per animatori della comunicazione e cultura, l’Anicec; corsi per formare quelle figure strategiche per il territorio, come ci precisa il Direttorio Comunicazione e missione”. “Ora però con il Mooc – ha proseguito il sottosegretario Cei – abbiamo reso questa offerta ancora più aperta, duttile e totalmente gratuita, non solo rivolta agli animatori, ma anche per educatori, operatori pastorali, professionisti della comunicazione, insegnanti e genitori, nonché parroci e religiosi. Insomma per tutti”.

La didattica del corso “Educazione digitale”. Tanti gli esperti, tra accademici, giornalisti e professionisti dell’informazione, coinvolti nel Mooc. Oltre ai moduli tenuti da Rivoltella e don Maffeis, compariranno in video anche: Vincenzo Morgante (direttore di Tv2000), Nataša Govekar (Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede), Paolo Peverini (Università LUISS “Guido Carli”), don Michele Falabretti (direttore Pastorale giovanile Cei) e Federico Tonioni (Università Cattolica del Sacro Cuore). Tra i vari curatori dei contributi, ricordiamo: Vania De Luca (vaticanista Rai), Vincenzo Corrado (direttore Agenzia Sir), Rita Marchetti (Università di Perugia) e Francesco Belletti (direttore Centro Internazionale Studi Famiglia) nonché i ricercatori del Cremit e i giornalisti dell’Ufficio comunicazioni Cei.

Il Mooc e la novità con “Attenti al Lupo” su Tv2000. C’è un’altra novità che si lega alla sperimentazione Mooc. Il progetto Cei e Università Cattolica ha trovato feconda sinergia con Tv2000, emittente della Chiesa italiana, grazie al direttore Vincenzo Morgante e al capo autore Dario Quarta. Da venerdì 1° febbraio, infatti, per 6 settimane, in tandem con il Mooc online, il programma “Attenti al Lupo” dedicherà un approfondimento all’educazione digitale, con tanti ospiti, esperti e storie dal territorio.