“Il bene, se non è comune, non è veramente bene”. Lo afferma Papa Francesco, nel videomessaggio inviato ai partecipanti al World Government Summit, una piattaforma globale dedicata a dare forma al futuro dei governi di tutto il mondo. Incoraggiando i partecipanti all’iniziativa, al via da domani, a Dubai, nella costruzione di “un mondo più giusto e più prospero per tutti”, il pontefice ricorda che “non si può parlare di sviluppo sostenibile senza solidarietà”. “Forse mai come ora il pensare e l’agire richiedono dialogo vero con l’altro, perché senza l’altro non c’è futuro per me”, ha ribadito il Papa. Che ha avanzato l’augurio, “nelle vostre attività, di cominciare dai volti delle persone, di avvertire il grido dei popoli e dei poveri, di riflettere sulle domande dei bambini”. Pensando ai tanti temi al centro dei lavori, come le “sfide della politica, lo sviluppo dell’economia, la tutela dell’ambiente, l’impiego delle tecnologie”, Francesco esorta tutti a non concentrarsi tanto su quali siano “le migliori opportunità da sfruttare”, quanto piuttosto su quale “tipo di mondo vogliamo costruire insieme”.
“È un interrogativo che ci porta a lavorare pensando ai popoli e alle persone più che ai capitali e agli interessi economici; una domanda che non guarda all’immediato domani ma all’avvenire, alla responsabilità che grava su di noi: trasmettere questo nostro mondo a chi verrà dopo di noi, preservandolo dal degrado ambientale e, prima ancora, morale”. “Insieme contro la tratta! Non dimenticare questo. Invita ad unire le forze per vincere questa sfida”. Sono le parole pronunciate dal Papa, dopo l’Angelus di ieri, a due giorni dalla memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, giorno in cui si è svolta la quinta Giornata mondiale contro la tratta di persone. “Ringrazio tutti coloro che combattono su questo fronte, in particolare tante religiose”, l’omaggio di Francesco: “Faccio appello specialmente ai governi, perché siano affrontate con decisione le cause di tale piaga e siano protette le vittime”. “Tutti però possiamo e dobbiamo collaborare denunciando i casi di sfruttamento e schiavitù di uomini, donne e bambini”, l’altra esortazione del Papa, secondo il quale “la preghiera è la forza che sostiene il nostro impegno comune”. Poi Francesco ha esortato i fedeli a recitare con lui la preghiera a santa Giuseppina Bakhita, distribuita in piazza San Pietro: “Santa Giuseppina Bakhita, da bambina sei stata venduta come schiava e hai dovuto affrontare difficoltà e sofferenze indicibili. Una volta liberata dalla tua schiavitù fisica, hai trovato la vera redenzione nell’incontro con Cristo e la sua Chiesa. Santa Giuseppina Bakhita, aiuta tutti quelli che sono intrappolati nella schiavitù. A nome loro, intercedi presso il Dio della misericordia, in modo che le catene della loro prigionia possano essere spezzate. Possa Dio stesso liberare tutti coloro che sono stati minacciati, feriti o maltrattati dalla tratta e dal traffico di esseri umani. Porta sollievo a coloro che sopravvivono a questa schiavitù e insegna loro a vedere Gesù come modello di fede e speranza, così che possano guarire le proprie ferite. Ti supplichiamo di pregare e intercedere per tutti noi: affinché non cadiamo nell’indifferenza, affinché apriamo gli occhi e possiamo guardare le miserie e le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della loro dignità e della loro libertà e ascoltare il loro grido di aiuto”.