«Com’è andata oggi, ti sei divertito?». Mamme all’uscita da scuola e le domande da non fare

“Com’è andata oggi, ti sei divertito?”. Fermarsi ad osservare mamme e nonni (più qualche sporadico papà) all’uscita della scuola materna è un’attività quasi divertente e senza dubbio formativa. Ti rendi conto di tante cose: di come viviamo la nostra giornata, di quanto poco ascoltiamo realmente i bambini, di quanto sia impegnativo correr dietro a tutto, di come ognuno cerchi comunque di dare il meglio di sé.

Mamme che arrivano di corsa, si fiondano in classe, recuperano il figlio dall’aria più o meno spaesata, lo vestono urlandogli di muoversi perché è tardi, lo proiettano in due minuti in un mondo parallelo nel quale per quel giorno lui ancora non aveva messo piede. Nonne pazienti che attendono con la giacca sottobraccio che il nipote finisca di sfogare forze ed energia rincorrendo i compagni davanti alla porta d’uscita. Mamme che accarezzano e baciano le testoline stanche, o che accompagnano al parco bambini scatenati in bicicletta. Mamme che pensano ai compiti e alla ricerca di scienze che la figlia maggiore deve consegnare entro il giorno successivo e grazie alla quale passeranno la serata davanti al pc.

Di comune a tutti c’è una frase. Detta in automatico, senza nemmeno pensare, dritta dritta verso il bambino dal quale si pretende risposta pronta: “Ti sei divertito?!”. E niente, è più forte di me. Fermerei una di quelle mamme (delle quali faccio parte anche io, solo che oggi faccio la tizia lucida che riesce a guardarsi dall’esterno) e la scuoterei rispondendole: “No, sono stanco, sono stufo, voglio andare a casa, non lo so cosa ho fatto oggi, non ho voglia di raccontartelo, non mi sono divertito. Perché la scuola è sempre e comunque un bell’impegno. Se io ti chiedessi ‘ti sei divertita oggi in ufficio?’ mi insulteresti”. Ma i bimbi son più bravi, passano sopra a tutto, ti guardano perplessi e ti sorridono. Alcuni se ne stanno zitti, altri ti raccontano per filo e per segno i dettagli che non t’immagini omettendo l’essenziale.

E già che ci sei, in rapida successione, butti lì anche l’altra fatidica frase che ti esce dalle labbra senza che il cervello si connetta: “Cosa hai mangiato oggi di buono?”. “Ma chissenefrega di cosa ho mangiato. Pasta, frittata, l’insalata cruda e verde l’ho lasciata tutta perché dai ammettilo fa proprio schifo”. Bambini abbiate pietà. Arriviamo stanche quando voi sareste pronti a riversarci addosso tutte le vostre energie, la vostra voglia di giocare liberi, il desiderio di stare in famiglia, di fermare il mondo, di non essere obbligati ad avere impegni. È che le mamme hanno in testa un file excel con un elenco infinito di cose da fare. Se vuoi cenare qualcuno deve cucinare, la casa non si pulisce da sola, i vestiti per il giorno dopo li hai se lavatrice e asciugatrice vengono coordinate alla perfezione.

Io in realtà manco ci provo a organizzare la giornata. Improvviso e spesso me ne frego. Di aver la casa che splende, di indossare vestiti stirati. E sono comunque stanca. Figuriamoci le altre. Abbiate pietà bimbi belli. Siamo umane, noi mamme. E ogni tanto facciamo anche bene a ricordarcelo.