Il dramma pedofilia. Necessario parlarne e denunciare

Si è appena conclusa in Vaticano la riunione voluta da papa Francesco sul dramma della pedofilia. Un mio amico prete sostiene che se ne parla troppo. Io non sono del suo parere: la chiesa che è in mezzo al mondo non può tacere punto Tu cosa ne pensi? Giulio

Carissimo Giulio, abbiamo assistito in questi giorni a un evento particolare che ha coinvolto la Chiesa: da tutto il mondo vescovi, superiori di istituti religiosi, laici, impegnata riflettere e a decidere su come prevenire, aiutare le vittime dell’abuso sui minori, un evento unico nella storia. Il fenomeno, infatti, di portata mondiale ha coinvolto anche la Chiesa ferendola gravemente.

Il discorso conclusivo di Papa Francesco

Cito alcuni dati emersi dal discorso conclusivo di papa Francesco per avere una visione generale del fenomeno che tu ben conosci e fanno rabbrividire:

Sarebbe importante qui riportare i dati generali a livello globale, poi Europeo, Asiatico, Americano, Africano e dell’Oceania, per dare un quadro della gravità e della profondità di questa piaga nelle nostre società.  La prima verità che emerge dai dati disponibili è che chi commette gli abusi, ossia le violenze (fisiche, sessuali o emotive) sono soprattutto i genitori, i parenti, i mariti di spose bambine, gli allenatori e gli educatori. Inoltre, secondo i dati Unicef del 2017 riguardanti 28 Paesi nel mondo, su 10 ragazze che hanno avuto rapporti sessuali forzati, 9 rivelano di essere state vittime di una persona conosciuta o vicina alla famiglia. Secondo i dati ufficiali del governo americano, negli Stati Uniti oltre 700.000 bambini ogni anno sono vittime di violenze e maltrattamenti, secondo l’International Center For Missing and Exploited Children(ICMEC), un bambino su 10 subisce abusi sessuali. In Europa 18 milioni di bambini sono vittime di abusi sessuali. Se prendiamo l’esempio dell’Italia, il rapporto di “Telefono Azzurro” del 2016 evidenzia che il 68,9% degli abusi avviene all’interno delle mura domestiche del minore. Teatro di violenze non è solo l’ambiente domestico, ma anche quello del quartiere, della scuola, dello sport e purtroppo, anche quello ecclesiale.

Il problema è assai grave ed è stato affrontato nella logica della trasparenza per riconoscere le proprie responsabilità e chiedere umilmente perdono del male compiuto, perché non possa più accadere.  Forse è vero che se ne è parlato troppo e se ne continua a parlare, ma il male inferto ai bambini non si può tacere perché è paragonabile a una nuova “strage degli innocenti”.

Il coraggio della trasparenza

Di fronte a tanta disumanità  la domanda che sale è: Perché? Occorre fare il possibile perché questo fenomeno sia arginato, possa essere prevenuto e i bambini siano protetti e custoditi, le persone malate siano curate e aiutate. La Chiesa ha scelto la strada della trasparenza consapevole di offuscare la propria immagine, ma di rispondere all’esigenza della verità, e al bene della vita delle vittime e anche dei carnefici. Inoltre sa che alcuni dei suoi figli l’hanno ferita e hanno ferito il corpo di Cristo, altri stanno donando la propria vita per portare in tutto il mondo la Buona notizia del Vangelo.

Crede sia giunto il momento di dare nome al male e a chi lo provoca, perché purtroppo “hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna” (Rom 1, 25) e le più grandi nefandezze passano sotto silenzio in un presunto rispetto della libertà e autonomia delle persone, delle loro scelte o del loro credo. Il sangue degli innocenti, sale a Dio e provoca in lui una divina sofferenza nel vedere i suoi figli perdere ogni dignità.

Si perpetua il grido di Gesù: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. La Chiesa, facendo questa scelta, denuncia al mondo ogni forma di connivenza con il male e l’urgenza di combatterlo su ogni fronte sociale e politico, poiché non si possono più tacere omertà, sottomissione, violenza, dipendenza, plagio: vanno combattute e occorre ricucire queste ferite con un opera educativa e di formazione integrale della persona.

La necessaria denuncia del male

La Chiesa dichiara che il male è male e non si può tacere o offuscare in un mondo che sta  perdendo i fondamenti del vivere umano e civile. Tutto ciò che si farà per prevenire la pedofilia sarà prezioso e necessario, ma porterà ancor più frutto se sarà vissuto in sinergia con le società civili e tutte le istituzioni e sarà il frutto buono del cambiamento del cuore umano, di una purificazione dei costumi, delle relazioni e di un tessuto sociale più solidale e vicino alle persone.

Qualcuno potrà sorridere a sentir parlare di purificazione del cuore e dei costumi, ma questa è la conseguenza di aver scelto il Vangelo e la sequela del Signore e, ancor prima, di essere semplicemente umani, creature uscite dalle mani di Dio, custodi della vita dei fratelli, in particolare dei più deboli e fragili come i bambini. Forse anche questo dramma ci deve esortare a vivere con responsabilità la nostra vita cristiana e le nostre differenti vocazioni: non c’è più tempo da perdere!