Cosa fare in quaresima: Contemplare quanto siamo preziosi agli occhi di Dio

Secondo te, quale potrebbe essere la rinuncia più bella, più evangelica, nella quaresima che è appena iniziata? Nunzia

Spostarsi da sé a Dio

Quella che nasce dall’amore, cara Nunzia! Per meglio farti comprendere il significato di questa risposta, t’invito a spostare l’attenzione dal tuo io, un poco preoccupato nello scegliere adeguate mortificazioni per la quaresima appena iniziata, a Dio. Voglio, perciò, esortarti a sostare in silenzio leggendo lentamente il salmo 106 che la liturgia canta nell’Ufficio di letture del terzo sabato del salterio. È una preghiera splendida, che può aiutare a discernere nella tua vita, per questo tempo penitenziale, rinunce sempre più evangeliche, che abbiano il sapore dell’amore e della libertà e non della schiavitù e della pesantezza.

Il salmo canta l’intera storia d’Israele, mostrando soprattutto l’agire salvifico di Jahvè dentro le numerose prove attraversate a causa delle proprie infedeltà. Alternando il ricordo di particolari eventi storici, l’orante canta, a più riprese, la misericordia di Dio che sempre ha guidato il cammino dei suoi padri: “Nell’angoscia gridarono al Signore ed egli li liberò dalle loro angustie. (…) Ringrazino Dio per la sua misericordia: ha fatto prodigi a salvezza dell’uomo”.

“Nell’angoscia gridai al Signore”

Lasciando risuonare in te la medesima preghiera, ti accorgerai che la vicenda di quel popolo ti appartiene, poiché anche nella tua esistenza, povera e malata, si è riversato abbondante l’amore misericordioso di Dio.

Ripeti, quindi, anche tu: “Nell’angoscia gridai al Signore ed egli mi liberò dalle mie angustie. (…) Che io ringrazi Dio per la sua misericordia: ha fatto prodigi a salvezza dell’uomo”. Ripeti senza fretta. Poi, guarda la tua esistenza, la tua storia, le prove sostenute, le infedeltà sperimentate, ecc. e “ricordati di tutto il cammino che il Signore Dio tuo ti ha fatto percorrere fino ad oggi” (Dt 8, 2a).

Nella profondità dei tuoi “abissi”, dei tuoi fallimenti, potrai intravvedere sempre più nitidamente il volto di Dio che in Gesù ti ha salvato, liberato, traendoti in salvo dal male che vuole farti soccombere. Contempla ora l’amore misericordioso di Dio nel crocifisso: dal suo cuore squarciato scorgerai un fiume di grazia riversarsi, come un torrente in piena, sulla tua povertà, sulle tue ferite, le tue contraddizioni, sul tuo peccato, concedendoti di gustare una libertà forse mai provata prima d’ora.

Non cessare di guardarlo e di contemplarlo, perché “Egli per te si è fatto oggetto di disprezzo, divenendo per la tua salvezza il più vile degli uomini, disprezzato, percosso e in tutto il corpo ripetutamente flagellato, e morente perfino tra i più struggenti dolori sulla croce. Medita e contempla e brama di imitarlo” (cfr santa Chiara).

Preziosi ai suoi occhi

Sei preziosa ai suoi occhi, cara Nunzia! Per te, proprio per te e per la tua libertà, Egli si è abbassato fino alla morte di croce.

Custodisci nel cuore e nella mente quanto vedi e chiedi a Dio la grazia di conoscere, nella tua carne povera, debole e malata, l’intensità della sua misericordia per cantare anche tu il canto dei salvati: “Nell’angoscia gridai al Signore ed egli mi liberò dalle mie angustie. (…) Che io ringrazi Dio per la sua misericordia: ha fatto prodigi a salvezza dell’uomo”.

Anche in te potrà nascere il desiderio di rispondere a quell’amore con intensità di amore. Allora, solo allora, potrai scoprire che ogni “rinuncia” sarà bella e più evangelica e “ciò che ti sembrerà amaro si trasformerà in dolcezza” (cfr. san Francesco).