Il disastro aereo in Etiopia. Matteo Ravasio, i suoi collaboratori, il mondo della politica

Nell’umanità c’è molta umanità che non si vede

“Matteo lo conoscevo, persona straordinaria”. Parla una mia parente: Matteo è Matteo Ravasio, tesoriere di “Africa Tremila”, perito nel disastro aereo in Etiopia. Qualcuno conosce, dunque, le vittime di quel disastro. Ma qualcuno soltanto, pochi: gli “addetti ai lavori”, gli amici, qualche conoscente. La grande opinione pubblica non li conosce. Viene a sapere chi sono, cosa fanno e perché lo fanno solo ora, quando tutti ne parlano semplicemente perché sono morti.

L’oblio dell’opinione pubblica si spiega. Non si può sapere di tutti i moltissimi che si danno da fare per gli altri. Il fatto che l’opinione pubblica li ignora dipende proprio dal fatto che tutti quegli impegnati sono così numerosi.

Il che chiama una semplice, perfino banale considerazione. Banale perché la si fa tutte le volte che succedono fatti come questi. La considerazione è la seguente: la gente che butta via tempo, denaro ed energie per gli altri è molto più numerosa di quanto appaia. Il bene non fa notizia, infatti. Anche quest’ultima affermazione è banale, ma anch’essa assolutamente vera. Per cui, mentre si è tristi per la morte di Matteo Ravasio, dei suoi colleghi Carlo Spini e Grabiella Viciani (oltre, naturalmente, che degli altri periti nel disastro) ci si consola pensando che, come loro, tanti altri stanno lavorando, in pura perdita per gli altri, per i più poveri, in Africa e altrove. La morte di Matteo Ravasio e dei suoi amici diventa, così, un specie di paradossale invito alla speranza. Nell’umanità c’è tanta umanità della quale non si sa nulla, ma si è certi c’è.

Parla Mattarella. Salvini, questa volta, tace

In un evento così pubblico anche gli uomini pubblici manifestano le loro sensibilità o per quello che dicono o per quello che tacciono. Clicco su Google “Mattarella Etiopia” e subito mi viene fornita la notizia. Mattarella ha detto: “La tragedia aerea in Etiopia, che ha visto 157 vittime e fra esse otto connazionali, mi addolora profondamente. Il Paese guarda con riconoscenza al loro impegno professionale e di vita, speso sul terreno della cultura e dell’archeologia, della cooperazione, di organizzazioni internazionali a servizio dello sviluppo umano”.

Clicco anche “Salvini Etiopia”. Google mi fornisce soltanto una notizia di qualche mese fa:  “Salvini: non possiamo pagare ancora la guerra in Etiopia del 1936”. Nient’altro. Forse perché non sono capace io di ricerche più raffinate. Forse perché Salvini non ha parlato ma parlerà. Speriamo.

Mi piacerebbe sapere che cosa pensa il campione che ripete “Prima gli italiani”, che cosa pensa di questi italiani che, invece, dicono: “Prima quelli che ne hanno più bisogno”.  Se ho visto bene (se ho visto bene che Salvini tace) è strano comunque che chi ha sempre da dire su tutto, che non dica niente su un fatto di cui parlano tutti.

È strano. Ma molta della politica è così: o non ha cuore o il suo cuore batte altrove.