Da ormai tre settimane, in tutte le parrocchie della Diocesi hanno preso avvio i più svariati cammini di Quaresima, che, giovani e meno giovani, attraverso testimonianze, preghiere individuali e incontri comunitari, hanno intrapreso verso la Pasqua di Resurrezione. Ma, sono davvero tutti in cammino? È questo che si sono chiesti don Andrea Mazzoleni, responsabile dell’Ufficio Pastorale Migranti di Bergamo, e tutti i sacerdoti responsabili delle comunità cattoliche di lingua non italiana che risiedono a Bergamo. “Per coinvolgere nel cammino di Quaresima giovani e meno giovani, cattolici e non, abbiamo scelto di proporre un’iniziativa che ricordasse quelle di cui questi ragazzi hanno fatto esperienza nei loro Paesi di origine” commenta don Andrea: per questo motivo, prenderà il via “Nottetempo”, la prima camminata notturna per giovani e non, cattolici, ma non solo. L’idea di lanciare questa iniziativa nasce dal desiderio dei sacerdoti bergamaschi a più stretto contatto con fedeli di origine non italiana di proporre un momento comunitario che si rifaccia alla tradizione latinoamericana e filippina in particolare, quella di un cammino, simile a quello che i giovani sono soliti compiere durante il tempo di Quaresima nella notte tra il venerdì e il sabato. L’iniziativa, prima ed unica nel suo genere all’interno del territorio bergamasco, partirà venerdì 29 marzo alle ore 21, dove chiunque voglia parteciparvi, si incontrerà nel Piazzale della Malpensata e, munito di cellulare (carico, come specifica la locandina) e auricolari, camminerà fino a raggiungere il Santuario della Madonna dei campi di Stezzano, dove ci sarà un momento di preghiera, prima del cammino di ritorno per raggiungere Bergamo. Le ragioni per cui viene lanciata questa proposta sono molteplici, come spiega don Andrea “L’iniziativa nasce tanto per promuovere la partecipazione ad iniziative comunitarie di quei giovani fedeli provenienti da altre parti del mondo, che spesso poco vivono le proposte diocesane, quanto per far conoscere alla Chiesa di Bergamo le molteplici realtà racchiuse al suo interno. Non solo, vi sta dietro anche il desiderio di favorire il dialogo interreligioso e, pertanto, l’iniziativa si propone come momento di condivisione nei confronti dei giovani, capaci di fare dell’integrazione la propria quotidianità, a prescindere dal credo di ciascuno. Infine, ma direi soprattutto, Nottetempo vuole essere tempo e spazio per un camminare insieme, e ancora di più un segno, anche controcorrente, di fraternità e buona accoglienza di cui la società si sta dimenticando, ma che sono la base per costruire integrazione”.