La politica che vorrei

“Il segreto dell’agitatore politico è rendersi stupido come i suoi ascoltatori, in modo che questi credano di essere intelligenti come lui”.

Qualche mia personale riflessione sulla politica

L’espressione tagliente ma di evidente efficacia dello scrittore austriaco di inizio Novecento Karl Kraus è riapparsa nella mia memoria quando ho visto per la prima volta la vignetta, riferita al Vangelo dell’adultera perdonata da Gesù, che mette in luce una delle maggiori problematiche dei nostri tempi.

Per questo vorrei provare a suggerire qualche semplice riflessione sulla politica: lo faccio da cittadino e da prete senza particolari competenze in quell’ambito sempre più complesso. Tra qualche settimana saremo chiamati alle urne. Ci andrò: il voto è fondamentale, è diritto ma prima di tutto dovere di un buon cittadino, così come la previa informazione sui candidati e i relativi programmi. Ci saranno le elezioni europee e, nelle mie comunità di Grumello del Monte (dove voterò io) e Telgate, anche le amministrative.

La politica e i social

Ora, un dato emerge con forza, sia ai più alti livelli della politica che a livello comunale. Molta della politica si gioca sui social. E questo, personalmente, non mi stupisce: questi sono strumenti talmente onnipervasivi oggi che è del tutto normale che se ne faccia uso massiccio anche in campagna elettorale, basandosi sulle indicazioni di chi di questo mondo virtuale è esperto.

Tuttavia, sto assistendo a pubblicazioni di post poco confortanti. Ho notato, infatti, che sono molti di più i post contro le liste avversarie che non quelli che affermano chiaramente il programma che si vuole proporre. “Quello ha fatto così, l’altro ha strumentalizzato questo, l’altro ancora fa questo solo per avere il voto di quello…”.

Non diteci quello che non fanno gli altri ma quello che fate voi

Ora, un parere del tutto personale, che illustro sotto forma di consiglio appena sussurrato: cari politici o aspiranti amministratori, invece di dirci cosa l’altro non fa o fa di sbagliato secondo voi, diteci quello che voi volete costruire con noi! Diteci il vostro pensiero sulla società, cosa vorreste fare con i giovani, come intendete affrontare la questione inerente i molti anziani presenti nella nostra società (questione che è e sarà sempre più centrale negli anni a venire, dicono i dati sociologici), parlateci del vostro modo di vedere la questione ambientale e come voi vorreste dare il vostro contributo; diteci come vorreste utilizzare i soldi dei cittadini, per quali finalità e quali opere (possibilmente non utopiche, grazie!).

Raccontateci cosa pensate delle migrazioni e quale politica attuereste nei confronti di chi giunge da straniero nella nostra terra per abitarla. Diteci questo e tanto altro ancora (lo sapete voi meglio di me), esprimete ciò che avete nella mente e nel cuore con sincerità. L’avversario politico rispettatelo e lasciategli dire la sua, non perdete tempo in inutili battibecchi.

Per favore, non usate la Chiesa

Infine, permettetemi di farvi un po’ la predica, in amicizia e con le migliori intenzioni: cercate la collaborazione con la Chiesa, che sarà ben contenta di fare del bene con voi, ma, per favore, non usate la Chiesa! Per carità, sappiamo tutti che in campagna elettorale diventano tutti chierichetti, ragazzi di oratorio e membri del fan club della parrocchia. La parrocchia e l’oratorio ci saranno e cercheranno di fare del bene alla comunità con chiunque vinca, di qualsiasi colore politico sia, se ci sarà la volontà di collaborare per il bene comune.

Siete volontari nella comunità cristiana? Benissimo, continuate con quella fede che vi anima e con coraggio, sia che vinciate sia che perdiate. Nella Chiesa, non c’è e non deve esserci la lista che vince e quella che perde.

Vi auguro ogni bene e prego per voi. Fate del bene: vi garantisco che si può fare sempre, a prescindere dai risultati elettorali. Basta volerlo.