Democrazia senza politica. Al via BergamoFestival Fare la pace con Daniel Innerarity e Marc Lazar

Mercoledì 15 maggio, al via Bergamo Festival Fare la Pace con due ospiti internazionali: Daniel Innerarity, filosofo spagnolo annoverato tra i grandi pensatori del mondo e Marc Lazar, celebre storico e sociologo francese. Gli appuntamenti si svolgono alle 18 quando Daniel Innerarity, annoverato da “La Nouvel Observateur” tra i 25 grandi pensatori del mondo, parlerà di: “Democrazia senza politica. Proteggere la democrazia da se stessa”.
Alle 20.45 Marc Lazar, tra i massimi studiosi ed esperti dell’estrema sinistra e della vita politica italiana affronterà il tema: “Popolocrazia, quel che resta della democrazia di questi tempi”. A cura di Concerto Classics alle 21, presso Sala Piatti, la serata volgerà in musica con il primo dei
concerti di Musica Classica in Città Alta: “Giovanni Paisiello, concerto per piano e orchestra”, con Ginevra Costantini Negri al pianoforte e l’Orchestra Ildebrando Pizzetti diretta da Enrico Pagano.

DEMOCRAZIA SENZA POLITICA. PROTEGGERE LA DEMOCRAZIA DA SE STESSA

Daniel Innerarity, estende il suo sguardo intellettuale all’analisi politica del mondo globale, partendo dalla considerazione della perdita di centralità del principio di sovranità nazionale e giunge ad affermare la necessità di restituire spazio alla politica democratica, adeguandola alle sfide del
mondo contemporaneo. Lo Stato nazione, secondo il filosofo, non è più l’attore esclusivo sulla scena internazionale, ma si trova in concorrenza, nella gestione dei processi globali, con altri soggetti politici non statali. In questo scenario si è creato spazio per moderne forme di pirateria, che il filosofo
identifica per esempio nel terrorismo internazionale e che hanno generato un crescente senso di insicurezza e di paura che sfocia spesso in estreme quanto inutili forme di chiusura nei confronti dell’esterno. Ma c’è anche una sfida positiva posta al concetto di sovranità nazionale ed alla autorità
degli Stati: quella proveniente da una cittadinanza attiva e consapevole, da un’opinione pubblica globale attenta ai diritti umani e a questioni di giustizia, e soprattutto da forme di governance collaborativa transnazionale, rappresentate ad esempio dalle istituzioni europee.

POPOLOCRAZIA, QUEL CHE RESTA DELLA DEMOCRAZIA DI QUESTI TEMPI

Il popolo contro le élite, quelli in basso contro quelli in alto, i “buoni” contro i “cattivi”. La “popolizzazione” degli spiriti e delle pratiche politiche ha disseppellito il mito della “vera democrazia” forgiata dal “popolo autentico” minando alle fondamenta la democrazia rappresentativa che si avvia a diventare una “popolocrazia”. Il populismo è comparso e compare sempre in periodi di forti incertezze, di fasi di crisi. Crisi economiche, sociali, culturali. E, soprattutto, crisi politiche quando rientrano nell’ambito dell’eccezionale, dell’inatteso, dell’imprevisto, dell’inedito: la delegittimazione dei governanti, delle istituzioni, delle regole e delle norme in vigore, delle abituali procedure di mediazione. È su questo terreno che i populisti possono prosperare, dipingendo un quadro apocalittico del presente e proponendo il ritorno a un passato favoleggiato o facendo intravedere un futuro radioso. Ne parliamo con Marc Lazar, storico e sociologo francese, dal 1999 professore universitario di Storia e Sociologia politica all’Institut d’études politiques (IEP) de Paris e Presidente della School of government della Luiss a Roma. Con Ilvo Diamanti ha scritto
“Popolocrazia” (ed. Laterza). Ingresso gratuito previa iscrizione on line sul sito: www.bergamofestival.it

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